Alien / 21 Marzo 2014 in Heli

Possono esistere, da qualche parte del globo, individui che, pur vivendo immersi in un mondo marcio, corrotto, traboccante miseria e violenza, non ne vengono toccati, continuando a vivere la loro vita virtuosa? Esistono simili alieni? O è solo questione di tempo, di opportunità, di casualità perché anche loro, alla fine, diventino come gli altri? Esattamente come tutti.
È questo il filo portante del bellissimo film di Amat Escalante, ambientato nella regione messicana di Guanajuato, povera, arida, rocciosa, in cui imperversano bande di narcotrafficanti e di poliziotti corrotti. Nessuno è al sicuro, nessuno se ne può tirar fuori, neanche volendolo.
Nonostante il regista sia un allievo di Reygadas, questo film è stato accostato, per la violenza esibita in maniera molto molto realistica, a Kinatay di Brillante Mendoza. È vero, il paragone è molto calzante: i due film si assomigliano molto. L’unica differenza sta nel fatto che nel film di Mendoza la violenza è vista come un male necessario, una consuetudine, un lavoro come gli altri, da accettare così com’è, senza farsi troppi problemi morali, mentre qui è come un cancro, con metastasi diffuse, che prima o poi si espanderanno anche alle parti sane. Allegria.
qui la “colonna sonora”.

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