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Pom Poko

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18 Maggio 2013 in Pom Poko

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Pom Poko è un film davvero ricco. Di stile, di cose belle, di contenuto. I Tanuki (animali del folklore giapponese, sono praticamente i cani procioni) stanno per essere buttati fuori dalle loro case, causa lo sviluppo urbano. Quante volte abbiamo già sentito questa storia? Gli animali, la natura minacciata, che si ribella. Che crea una resistenza. Il tema è, giustamente, “popolare”. Tuttavia raramente viene sviluppato in questa maniera. Il film è realistico e sopratutto vero, schietto. Gli stessi tanuki vengono rappresentati con diverse forme, per via della loro capacità di poter mutare il loro aspetto (dei veri e proprio mutaforma), e una di queste forme è la loro rappresentazione realistica, vista proprio con l’occhio umano. I Tanuki vengono uccisi, ma loro stessi uccidono gli umani, causando incidenti. Lo spessore etico non è da poco. La rappresentazione è quasi espositiva, a tratti un documentario, a tratti quasi un giornale di guerra. Non è solo “un bel racconto”, ma è una rappresentazione sociale, l’esposizione di un fatto. Si aggiunge anche il tema che chiamerei della “psiche umana”. Gli uomini sono ciechi. Ma ciechi in una maniera esasperante. Di fronte alla parata degli spettri (una cosa meravigliosa) la soluzione che riescono a trovare è che sia stata una manifestazione pubblicitaria di un parco divertimenti! È la perdita del folklore, della tradizione, per dirla in una maniera banale, della fantasia. Il compromesso, il dialogo cercato dai Tanuki non può far presa. Anche loro devono piegarsi a vivere come umani, così come hanno fatto le volpi. Ovviamente tutta questa ricchezza è delineata dai paesaggi, dallo stile, dalla vera e propria magia tipica dei capolavori dello studio Ghibli, stavolta piena davvero di folklore. In ogni caso, ripensandoci, posso dire che la cosa mi ha quasi ricordato “La fattoria degli animali”, forse è un po’ un paragone azzardato, ma un principio di fondo c’è. Ma i Tanuki non si auto sconfiggono, vengono sconfitti, ma il loro appello permano, un vero e proprio appello. “Scusate, in tv o altro dite così, no? ‘Col progredire degli sviluppi urbani, le volpi e i tanuki sono spariti’. Beh, non è che potreste smetterla? Certo, che le volpi e i tanuki possano sparire trasformandosi è anche un fatto… Però che cosa dovrebbero fare le lepri e le faine? Loro sono capaci di farsi sparire?”.

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27 Aprile 2013 in Pom Poko

I tanuki diventano i portavoce del versante ambientalista dello Studio Ghibli (Miyazaki si è dedicato ripetutamente all’argomento, con Totoro, Nausicaa e Mononoke, per esempio): questi cani-procioni, da secoli, al pari delle volpi, vengono creduti capaci di magie e trasformismi e, unendo una fantasia sfrenata alle tradizioni animistiche giapponesi, Takahata Isao ed il suo staff hanno dato vita ad una favola contemporanea che si schiera dalla parte della natura e del rispetto delle tradizioni. Non mancano, però, le parentesi drammatiche ed il finale non è accomodante come potrebbe sembrare in un primo momento. Nonostante ciò, il film è adatto anche ai bambini, a cui -in qualità di “futuri adulti”- viene rivolto con fiducia il messaggio ambientalista.

La parata degli spettri è giocosa, divertente e coloratissima: il caravanserraglio dei personaggi che popola la tradizione nipponica stupisce per quantità e varietà.
Le “pallette d’oro” dei tanuki costituiscono un dettaglio curioso e divertente che mai potrei immaginare in un prodotto animato occidentale.

Apprezzabilissimo il lavoro di adattamento dialoghi ed estremamente gradevole la voce di Carlo Valli in qualità di voce narrante.

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