Godibile ma non muore nessuno se non lo vedi / 18 Febbraio 2013 in Hard Boiled

Hard boiled, meglio noto come “Ad Hong Kong la polizia non arresta, la Polizia uccide”.

Pensavo meglio, da come ne parlano intendo.
Non è che mi abbia fatto impazzire ma riconosco comunque il valore dell’intrattenimento e non solo della pellicola firmata John Woo. Godibile non c’è che dire, ci fa passare due ore tranquille, gliene dò atto, pochi registi avrebbero saputo fare quello che ha fatto il tale. Si perché se volete passare due ore immerse nelle sparatorie, esplosioni ed arti marziali, acrobazie folli, una pellicola dove ci sono ottime scene di stunt ma soprattutto azione su azione, se anche voi amate quei personaggi che con un’arma si sentono superman e con due Dio, vi consiglio HARD BOILED.
Il film risente un pochino delle influenze occidentali ma vi assicuro che la visione è un’esperienza unica nel suo genere poiché il regista rielabora.

Un poliziesco, un thriller, una pellicola che non si fa mancare neanche una relazione amorosa e una d’amicizia. Un’amicizia che muore, nel vero senso della parola e una che nasce.
Che cos’è Hard Boiled ?
E’ innegabile, la violenza fa da padrone, non è quella violenza gratuita né c’è nel film quella netta distinzione cara agli americani fra poliziotto buono/cattivo. La questione è più profonda. Addirittura il giusto e l’ingiusto vengono messi in discussione e ce ne accorgiamo negli ultimi dieci minuti dalla fine quando vengono messi in gioco un susseguirsi di colpi di scena .
Abbiamo dei personaggi non stereotipati, hanno una coscienza, vorrebbero una famiglia, una relazione d’amore o sono alla ricerca della calma persa a causa di missioni speciali, scossi cercano tranquillità. E il ruolo della donna ? Forse è questa la pecca del film ma obiettivamente ragazzi siamo di fronte a donne non “fatales”. Per non parlare del messaggio di redenzione che troviamo nel finale..
La trama ci coinvolge sin dai primi minuti.
Tutta un’operazione speciale sul traffico delle armi va a monte a causa del protagonista della pellicola, Tequila. Sembrerebbe un duro da strada, un poliziotto senza macchia né paura, risoluto come terminator, implacabile come Attila e dal grilletto facile come il vecchio Eastwood, Clint Eastwood. Non è proprio così, è anche così. Egli è animato, mosso da un gran cuore, grande sensibilità e giustizia. Avrebbe potuto essere un buon padre Come già detto delle ottime scene d’azione regnano nel film tanto che sin dai primi minuti abbiamo sparatorie e uccisioni varie. Tequila indaga, vengono presentati i poliziotti ma c’è spazio anche per i gangster: zio Hoi, Johnny l’appariscente e il fido assistente di Hoi.
Chi è ? E’ Alan, un giovanotto abile e fedele e viene coinvolto in un affare più grande di lui, proprio il traffico d’armi su cui indaga Tequila. Tra l’altro il comandante della Polizia gli vieta di continuare le indagini.
La trama va avanti e proprio in una fabbrica d’armi c’è un grande, lungo, scenografico scontro fra le gang rivali di Hoi e Johnny. Il motivo è semplice, Johnny vuole sostituire Hoi nel mondo del crimine e si serve proprio di Alan al quale viene proposto di uccidere Zio Ohi toccandolo profondamente.
Si sente vuoto, scosso. La lotta fra gang culmina in un bagno di sangue con l’arrivo della polizia e in uno scontro fra Alan e Tequila, il primo si rifiuta di ucciderlo (scena che ricorda vagamente uno stallo).
Voi vi direte per quale motivo.
Alan è un agente sotto copertura, un poliziotto in incognito.
Da questo momento le regole del gioco cambiano…

DonMax

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