Recensione su Happy Feet

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20 Maggio 2011

Discreto questo film d’animazione.
La prima parte è abbastanza piatta e pallosa; guadagna un pò di brio e finalmente strappa qualche sorriso solo con l’arrivo del pinguino Ramon. Da lì in poi il film non è male, carino e a volte (troppo rare purtroppo) fa anche ridere.
Il giudizio raggiunge quindi la sufficienza ma ci sono troppi pezzi cantati e ballati che, almeno secondo la mia modesta opinioni, sono abbastanza noiosi.
Mambo è praticamente un Billy Elliott diventato pinguino (accidenti che paragone…).

2 commenti

  1. PartoDaOra / 9 Dicembre 2012

    Mi troverò in contrasto con molti ma è forse uno dei pochi film d’animazione davvero ben fatti, a mio modesto parere quasi al pari di Spirit.
    Il pinguino che si rende umano, che supera lo stesso uomo in intelligenza e comprensione, che cerca il contatto con quest’ultimo anzi ché il contrario, che a tutti i costi si sforza di trovare un compromesso per la sua stessa sopravvivenza… mi ha fatto sorridere, sia positivamente che con un’espressione un po’ amara.
    Forse l’intento era quello di commuovere con un film studiato a tavolino per portare la persona a provare le sensazioni che si volevano trasmettere, ma anche se così fosse stato, sono riusciti totalmente nell’intento.

    • Stefania / 9 Dicembre 2012

      Invece, a me non è piaciuto proprio per l’eccessiva umanizzazione dell’animale 😉
      (mi hai offerto il pretesto di parlare di una cosa su cui rifletto da tempo, tenchiù 🙂 )
      Personalmente, i film in cui gli animali vengono antropomorfizzati in questa maniera (non nutro simpatia né per Lilli e il Vagabondo, per esempio, né per il citato Spirit) non mi piacciono neanche un po’. Forse, Il Re Leone rappresenta per me un’eccezione, ma credo sia dovuto al fatto che, per i miei gusti, lo sviluppo narrativo trascende sufficientemente l’uso degli animali in qualità di maschere. Paradossalmente, apprezzo di più l’animale-spalla che, sì, può avere alcuni lati antropomorfi (non so… il gufo de La Spada nella Roccia o il gatto di Kiki consegne a domicilio, ecco), ma che a quelli -più o meno- si limita.

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