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Parla con lei

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Amour fou / 21 Marzo 2019 in Parla con lei

Superata la soglia dei 50 anni, nel pieno della sua maturità artistica, Almodòvar partorisce forse la sua opera migliore.
Senza rinunciare ad alcuni temi ricorrenti del suo cinema (ambiguità sessuale, incomunicabilità dei sentimenti, anticlericalismo), il regista “al femminile” placa il suo genio provocatorio, stavolta meno esasperato, e da vita ad un melodramma asciutto e delicato, ricco di rimandi e metafore, diretto con un’eleganza senza precedenti.
E’ ormai noto come il cineasta spagnolo ami giocare con i propri personaggi, e perché no sfatare all’occorrenza qualche tabù sessuale (torero donna / infermiere maschio effeminato); e da bravo marionettista qual’è, pone al centro della vicenda due uomini/burattini, amanti non corrisposti, le cui azioni e le cui sorti risultano indissolubilmente legate a quelle delle rispettive donne amate, alle quali, a dispetto dell’immobilità del loro stato vegetativo, fa muoverei i fili dell’intera vicenda.
Vittime quindi di una profonda solitudine che ne cementerà la solidarietà e poi l’amicizia, Marco e Benigno (soprattutto Benigno), sono condannati a vivere quell’amore folle, prerogativa non più solo femminile, che a pensarci bene rappresenta il principale filo conduttore che pervade la quasi totalità della filmografia del regista, quell’amore a tratti perverso, capace di spingersi oltre ogni limite e di abbattere tutte le barriere, talvolta anche quella invalicabile che separa la vita dalla morte.

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Bel lavoro! / 8 Giugno 2013 in Parla con lei

Almodovar non delude. Film dalla grande profondità ed efficacia espressiva, non mancante di perversioni inerenti il sesso (tipiche di Almodovar) e del fascino della terra spagnola.
Nella comunicazione dei suoi messaggi importanti è meno esasperato e irreale del solito ma riesce comunque nell’intento. E’ un film curato nei particolari, come un pò tutti i lavori di questo regista. Spesso delle frasi che sembrano insignificanti nascondono un grande e profondo significato a cui bisogna stare attenti. Non mancano le scene emblematiche che si distaccano dalla trama ma che al tempo stesso ne sono legate, come la scena iniziale dello spettacolo teatrale e i richiami al cinema muto.
Nel trattare il tema delle malattie terminali, mette in contrapposizione due figure maschili che assistono le loro amate: donne che per la prima volta non sono le protagoniste “vitali” di un film di Almodovar ma che al contempo, nel loro silenzio, muovono come delle pedine i loro uomini.
Fa comprendere come l’aiutare il prossimo e stare vicino ad un malato possa essere molto più gratificante di tante azioni futili che frequentemente compiamo.

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L’amore estremizzato / 14 Marzo 2013 in Parla con lei

I temi dell’amore portati all’estremo. Protagonisti due uomini ma la cui storia si sviluppa guidata principalmente da due donne in coma che guidano, pur ne loro stato vegetativo, le azioni i comportamenti e l’amicizia che nasce fra i due.

13 Gennaio 2013 in Parla con lei

Almodóvar all’ennesima potenza, a parer mio il suo miglior lavoro. Tanti i riferimenti al cinema muto ed eccezionale il microfilm muto in b/n costruito all’interno.

26 Settembre 2011 in Parla con lei

Come negli altri film che ho visto, anche in questo emergono con una certa prepotenza i temi del sesso e dei legami più o meno forti che si instaurano tra le coppie. Anche qui i colori e la vivacità della Spagna impregnano il film fin dall’inizio, addirittura una delle due donne è una toreador per cui i fasti e le policromatiche usanze spagnole vengono riproposte nel suo personaggio (la scena della vestizione del toreador è quasi un omaggio a quella tradizione spagnola così spesso contestata).
Quello che ho trovato diverso dagli altri film è che ad essere protagonisti sono i due uomini più che le donne. Nell’Almodovar che ho viso fino ad ora le donne sono sempre il perno di tutto, in questo caso invece rimangono sullo sfondo, presenti in una forma latente, originano una serie di ricordi e di stimoli che sbattono violentemente sulla psiche dei due uomini al centro della vicenda.
Uno più volte protagnista di delusioni amorose, con il ricordo dell’ultima donna ancora impresso nel cuore, l’altro decisamente problematico, ha vissuto con la madre in una specie di isolamento ed il suo unico rapporto è quello che pensa di avere con una ragazza in coma che accudisce con costanza ed amore. Amore così forte da risvegliarla, ma così tragico da separarli.
C’è dialogo anche nell’incomunicabilità delle parti, tenerezza laddove si rischierebbe di sconfinare nel fetiscismo, l’amore che vince le costrizioni.

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