Modern Love alla giapponese / 24 Gennaio 2022 in Il gioco del destino e della fantasia

Il gioco del destino e della fantasia, film premiato a Berlino 2021 con l’Orso d’Argento – Grand Prix della giuria, mi ha permesso di avvicinarmi per la prima volta alla filmografia del giovane regista giapponese Hamaguchi Ryūsuke.
Il film si muove come un triplo movimento musicale: diviso in tre atti separati, il lungometraggio affronta i temi del caso e della possibilità (della serie: e se le cose fossero andate così, invece di cosà?).

Il titolo anglofono, Wheel of Fortune and Fantasy (letteralmente, La ruota della fortuna e della fantasia, aggiunge al film il curioso (ma inesistente, a livello narrativo) elemento della “ruota della fortuna”. In italiano, la ruota è diventata addirittura un gioco e la fortuna si è trasformata in destino.
Tradotto, il titolo originale giapponese (Gūzen to Sōzō) è il più semplice, ma, secondo me, è il più centrato: Possibilità e immaginazione.

Con un registro narrativo pacatissimo e misurato, i tre episodi del film parlano di svolte e alternative, rimpianti e progetti.
Gli argomenti affrontati non sono particolarmente originali, ma il film sfrutta bene il senso dell’ironia e l’assurdità tipici della quotidianità, tra incontri non previsti e re(l)azioni con calcolate.
A parer mio, un certo valore aggiunto è rappresentato dalla messinscena di peculiarità locali, tipicamente giapponesi, che caratterizzano dialoghi e situazioni e in cui si alternano reticenza (verbale e fisica) e inaspettate licenze (verbali e fisiche).

Il mio compagno di divano ha trovato un parallelismo prosaico ma calzante, per questo film: “è una specie di Modern Love alla giapponese”, mi ha detto. Concordo.

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