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Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

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dove tutto iniziò / 25 Dicembre 2019 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

il capostipite. L’inizio della magia e della fantascienza fantasy al cinema. Immortale

“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…” / 19 Febbraio 2017 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Così recita il celeberrimo incipit della saga cinematografica più famosa della storia del cinema. Si può anzi dire che è stata proprio con questa trilogia che si è cominciato a usare il termine “saga” e “trilogia” riferiti a una serie di opere cinematografiche collegate tra loro.
Se Blade Runner è l’opera che è servita da esempio per qualsiasi altra produzione che abbia voluto occuparsi di fantascienza metropolitana, Guerre stellari ha invece segnato, con il suo colossale successo, un nuovo standard per le produzioni che volevano fare della spettacolarità e dell’intrattenimento puro la propria caratteristica principale. Il film e i suoi sequel hanno in pratica reinventato il concetto di kolossal, aprendo la strada a quelli che saranno in seguito definiti blockbuster fantascientifici. Nello stesso modo hanno dato un incentivo allo sviluppo delle tecnologie inerenti gli effetti speciali. Lo stesso George Lucas, l’eminenza grigia che sta dietro a tutto il progetto e realizzazione della saga, creò per l’occasione una propria azienda per la produzione di effetti speciali, l’Industrial Light and Magic (ILM), tutt’oggi ancora attiva.
Un incipit fiabesco che è già una dichiarazione d’intenti e che pone un classico racconto fantasy in una realtà fantascientifica, un’avventura avvenuta in un’epoca del passato imprecisata di un’imprecisata galassia.
Caratteristica della fantascienza prima di allora era quella di spostare in avanti nel tempo la narrazione, in un futuro più o meno lontano dal presente, con un’evoluzione umana scientifica plausibile (o presunta tale). La creatura di George Lucas invece no, come abbiamo letto nell’incipit essa si svolge “tanto tempo fa…”.
Guerre stellari costituisce quasi un unicum nella storia del cinema e del costume anche per la quantità di opere derivate: una seconda trilogia iniziò nel 1998, sempre sotto la direzione di Lucas, e una terza, dopo il passaggio del marchio alla Disney, ha preso avvio nel 2015; Diverse serie televisive a cartoni animati; due spin-off, L’avventura degli Ewoks (Caravan of Courage: An Ewok Adventure, John Korty, 1984) e Il ritorno degli Ewoks (Ewoks: The Battle for Endor, Jim Wheat, Ken Wheat, 1985); diverse serie di romanzi, fumetti e videogame; un infinito merchandising. In sostanza un impero che è andato molto aldilà delle intenzioni del film di origine, con una popolarità tale da prescindere la qualità stessa di ogni singolo episodio, anzi che rende anche inutile parlare di qualità per un franchise cui basta apporre il proprio logo su un prodotto per decretarne il successo.
Il primo film della trilogia, definita “originale” per distinguerla dalle successive trilogie ambientate nel medesimo universo narrativo, uscì nelle sale nel 1977. Fu proprio questo film, insieme ad altri quali Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), Superman (1978) e Alien (1979), a dare inizio alla rivoluzione del genere che si sarebbe palesata in maniera clamorosa negli anni ottanta.
Lucas comunque faticò non poco a farsi approvare i finanziamenti dalla 20th Century Fox, convinti che il film non avrebbe avuto successo al di fuori della cerchia degli appassionati di fantascienza.
La trama è notissima: Lo sfondo è la guerra tra il malvagio Impero Galattico e l’Alleanza Ribelle. Dopo essere venuta in possesso dei piani di progettazione di una nuova e potente stazione da battaglia spaziale, la Morte Nera (Death Star nell’originale), capace di distruggere interi pianeti, la principessa Leia Organa (Leila nella versione italiana, interpretata da Carrie Fisher), esponente di spicco della ribellione, è catturata con la sua astronave dal braccio destro dell’imperatore Darth Vader (Lord Fener nella versione italiana, interpretato da David Prowse, con la voce originale di James Earl Jones) e dal Grand Moff Tarkin (Peter Cushing). L’impero è alla ricerca proprio dei piani rubati che la principessa è comunque riuscita a mettere al sicuro affidandoli a due droidi, R2-D2 e C-3PO, inviati con una capsula di salvataggio sul vicino pianeta Tatooine. Qui sono ritrovati da Luke Skywalker (Mark Hamill), un giovane che vive con gli zii in una zona desertica del pianeta. All’interno di uno dei due robot, trova un messaggio segreto destinato a Obi Wan Kenobi (Alec Guinness), un vecchio e solitario eremita cui Luke non manca di andare a cercare. Kenobi gli rivela che in realtà lui è uno degli ultimi Cavalieri Jedi, antichi difensori della vecchia Repubblica, prima dell’avvento dell’impero, maestri nell’uso della “Forza”, un’energia che permea tutto l’universo. Gli parla anche del padre Anakin, ucciso, a suo dire, anni prima dallo stesso Darth Vader. Insieme decidono quindi di andare a liberare la principessa e per far ciò chiedono un passaggio all’avventuriero Han Solo (Harrison Ford) e al suo amico Chewbacca (Peter Mayhew) a bordo della loro astronave Millennium Falcon. Riusciti dopo varie peripezie nell’impresa, non prima che Kenobi venga però ucciso da Vader, i quattro, insieme ai due droidi, raggiungono la base ribelle dove viene messo a punto un attacco decisivo contro la Morte Nera proprio grazie ai piani recuperati. L’attacco riesce con il colpo decisivo sferrato proprio da Luke, guidato dalla “Forza” ai cui poteri Kenobi lo aveva iniziato prima di morire.
Il successo del film all’uscita nei cinema fu clamoroso, immediato e inaspettato allo stesso Lucas.
Tanto si è detto e tanto si è scritto sulla trilogia originale e sui suoi significati sociali, filosofici e addirittura religiosi. Lucas da parte sua ha sempre affermato che il suo intento era solo quello di intrattenere il pubblico con una storia avvincente e “classica”. Sua intenzione originale era fare un film su Flash Gordon, eroe dei fumetti e di alcuni serial cinematografici degli anni trenta e quaranta ma, non potendone ottenere i diritti di sfruttamento, decise di creare da sé una storia con un “sense of wonder” affine.
Qualcosa di simile farà successivamente anche con la saga di Indiana Jones, dove riunì in un unico film (e poi in altri tre sequel) tutti i topoi classici dei film, dei romanzi e dei fumetti d’avventura degli anni trenta.
Flash Gordon è sicuramente stato uno dei modelli ispiratori della saga, con le sue avventure pirotecniche in variegati mondi, ma non l’unico.
La trilogia di Guerre stellari unisce alla fantascienza un misto di avventura epica e suggestioni tecnologiche, scientifiche, mistiche e religiose che prendono origine dai più disparati generi narrativi. Non indifferente è l’apporto di temi presi dall’universo fantasy: la lotta manichea del bene contro il male, i signori oscuri, i cavalieri, le principesse da salvare, gli eroi, i corrispettivi dei draghi e di altre bizzarre creature.
La saga ripercorre tutte le tredici tappe del viaggio dell’eroe enunciate dallo storico Joseph Campbell nel suo libro L’eroe dai mille volti (1949). La teoria di Campbell dice che non è possibile creare nuovi miti, ma solo rielaborare quelli del passato, perché ogni idea, che a prima vista può apparire originale, deriva in realtà dagli stessi motivi originali e quest’assunto è particolarmente valido osservando l’opera di Lucas.
Le tredici tappe, per inciso, sono: Il Mondo Ordinario; L’Appello all’Avventura; Il Rifiuto dell’Appello; L’Incontro con il Maestro; L’Attraversamento della Prima Soglia; Prove, Alleati, Nemici; L’Avvicinamento alla Caverna più Segreta; Sacrificio e tradimento; La Prova Suprema o Iniziazione; Il Premio; La Via del Ritorno; La Resurrezione; Il Ritorno con l’Elisir.
Ci si rende così conto di come, ad esempio, la spada laser degli jedi non è poi così diversa dall’Excalibur di Re Artù, della Gramr di Sigfrido o dalla Narsil di Aragorn. Obi Wan Kenobi è invece il Merlino o il Gandalf della situazione. Darth Vader è il Cavaliere Oscuro, con la sua armatura che a sua volta ricorda quella delle elaborate corazze dei samurai medievali giapponesi.
I monaci guerrieri, paladini della libertà e guardiani della pace, gli Jedi, devono il loro nome dagli Jidai-geki, un determinato genere di film storici giapponesi cui appartiene anche La fortezza nascosta (Kakushi-toride no san-akunin, 1958), film di Akira Kurosawa cui Lucas ha sicuramente attinto per vari elementi della prima stesura della sceneggiatura del primo film.
Sempre dall’oriente arriva il concetto di Forza quale energia che pervade tutto l’universo, soprattutto nelle teorie dello Yoga indiano, ma anche nello shintoismo giapponese e nel taoismo cinese.
I temi della trilogia sono facilmente riconducibili ai cicli letterari della Fondazione di Isaac Asimov (che a sua volta si era ispirato a Declino e caduta dell’impero romano dello storico Edward Gibbon), di Dune di Frank Herbert e de Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien. Il pianeta Coruscant, capitale dell’Impero Galattico, è chiaramente ispirato a Trantor, che svolge la medesima funzione nell’universo narrativo di Asimov, anche nella caratteristica di essere completamente occupato da un’unica città. Lo stesso Herbert disse che vi erano almeno 37 punti di confronto diretto tra il suo Dune e Guerre stellari.
La forza militare dell’Impero, la sua organizzazione e i suoi ufficiali, ricorda, per marzialità e aspetto visivo, quello della Germania nazista, mentre la Resistenza sembra ispirata dalle formazioni partigiane che nacquero un po’ ovunque nelle varie regioni dell’Europa occupata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche i film di guerra degli anni quaranta sono stati, da questo punto di vista, fonti d’ispirazione di diversi passaggi delle pellicole.
Gli intermezzi umoristici sono per lo più riservati alla coppia di droidi che accompagnano i protagonisti per tutta la narrazione, R2-D2 e C-3PO, i cui duetti ricordano quella delle classiche coppie comiche del cinema, da Abbott & Costello a Laurel & Hardy. C-3PO, poi, richiama nell’aspetto la celebre robotrix Maria del film Metropolis (1926) di Fritz Lang.
Non potevano mancare ovviamente echi dal genere western, materializzati nella taverna (saloon) piena di alieni di Mos Eisley e nelle pose da cowboy di uno dei personaggi principali, Han Solo.
Si potrebbe continuare all’infinito nell’elencare le fonti da dove Lucas ha preso questo o quell’elemento della sua opera. In pratica tutta la saga non possiede nulla di assolutamente originale, ma, come abbiamo visto parlando delle tappe dell’eroe di Campbell, quale film in definitiva può affermare di possederne?
Merito non da poco di Lucas è di aver amalgamato il tutto in un’opera avvincente e spettacolare e di averla saputa anche monetizzare in una maniera mai raggiunta prima di allora (e forse mai più raggiungibile).
Per chiudere, una curiosità. Se in Blade Runner l’elemento ricorrente e ossessivo del film è quello degli occhi, in tutta la saga di Guerre stellari è quello delle mani mozzate. Nel primo film assistiamo al taglio del braccio di C-3PO e di un alieno nella taverna di Mos Eisley, né L’impero colpisce ancora tocca al Wampa della caverna e allo stesso Luke Skywalker perdere la mano, mentre né Il ritorno dello jedi è la volta di Darth Vader. Una curiosità di cui non so dare spiegazione, perché se gli occhi di Blade Runner hanno un certo significato metaforico riconducibile al fatto che essi sono il mezzo col quale interpretiamo la realtà esterna, del significato simbolico delle mani non saprei cosa dire.

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Riflessioni su Una nuova speranza / 8 Gennaio 2016 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

Forse non perfetto a livello di narrazione ma estremamente innovativo, altro che cult, qua siamo vicini alla divinizzazione della pellicola. Ma a parer mio non la migliore della serie, forse George doveva ancora bene inquadrare la situazione qui. Comunque sia un ottimo inizio da vedere assolutamente.

Una bella avventura / 13 Dicembre 2015 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

Una bella avventura, che riesce a mantenere una certa freschezza e vivacità anche a distanza di decenni.

Tanto tempo fa….. / 7 Dicembre 2015 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

Ok, é l’inizio di una delle saghe piú famose della Storia del Cinema. Neanche Alien, o Terminator hanno mantenuto tale stima! L’inizio dell’episodio IV non ha bisogno di presentazioni e per essere il lontano 1977 anche rivederlo adesso (ci vuole pazienza, ovvio!) ci si rende conto di quanto sia avanzato nonostante la tecnologia dell’epoca. Grande Ford (che giá comincia a costruire quello sguardo sorridente e beffardo che ritroveremo in Indiana Jones), come grande anche la mia scelta di rivedere tutta la saga in ordine di uscita (e non cronologica…perché vi distruggerebbe all’inizio del IV!). Quindi tuffatevi in questo mondo e restetene affacinati… un bell’8 e non perché è solo bello, ma come lo é nell’insieme! Che la Forza sia con voi!!!

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Sarò uno dei pochi… ma mi sono sembrati i Muppet / 25 Settembre 2015 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

L’ho visto oggi per la prima volta (!)
è vero che i film di fantascienza a distanza di anni rischiano di perdere il naturale fascino della loro ambientazione e questo a maggior ragione dopo quasi quarantanni, ma è mediocre sia nella definizione dei personaggi e della storia profondamente stereotipati che nei dialoghi. A tratti mi è sembrata quasi una caricatura con protagonisti i MUPPET.
Salvo i veicoli spaziali e la colonna sonora ( quella mitica )
Però voglio vedere anche gli altri 5 sperando che con gli incassi abbiano assunto qualche sceneggiatore…

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guerre stellari prima trilogia visto oggi / 15 Settembre 2015 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

Ho visto i primi tre da ragazzino, quindi non li conosco a memoria e vorrei/cercherò di guardarli tutti prima dell’uscita del nuovo “Star Wars: Il Risveglio della Forza” previsto per dicembre 2015.

La saga “Guerre Stellari” ha saputo creare un immaginario, un mondo che è diventato patrimonio di (più o meno) tutti, cultura popolare, grazie probabilmente ad alcuni “ingredienti” ben dosati: ottimi effetti speciali (per l’epoca) e un concept di fondo ben progettato che mixa l’avventura fantascientifica, che strizza l’occhio al mondo dei fumetti, e la commedia. Oggi quasi tutti “sanno” di forza e di jedi, quasi tutti sanno che quello è figlio di quell’altro e fratello di quell’altra.

Detto questo il mio voto 6 è evidentemente un voto “di pancia”, la visione (oggi) mi ha annoiato: dialoghi e interpretazione dei personaggi mi sono sembrati poca cosa, la storia di per sé interessante finisce forse troppo spesso a ridursi ad un inseguimento.

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2 Aprile 2015 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

Schermo nero.
Una dicitura in sovrimpressione:
“Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…”
Appare la scritta “Star Wars”, in un carattere che già da solo è leggenda.
Poco alla volta la scritta si allontana, rimpicciolendosi.
In sottofondo inizia l’ampollosa rincorsa dell’immortale incipit della marcia di John Williams (suonata dalla London Symphony Orchestra, e che fa parte della colonna sonora che si aggiudicò l’oscar 1978).
La scritta Star Wars si dissolve e parte l’altrettanto mitica introduzione scorrevole su sfondo stellato.
Basta questo per descrivere il mito Star Wars.
Basta questo e bastano milioni di persone (incluso il sottoscritto) che vanno letteralmente in brodo di giuggiole non appena assistono, per l’ennesima volta, all’incipit ideato da George Lucas e reso immortale da questa combinazione pressoché perfetta di fattori tutto sommato semplici.

Star Wars non è soltanto un’opera cinematografica. E’ un brand, una delle più intelligenti e riuscite operazioni di marketing della storia del Cinema del Novecento, se non la prima in assoluto.
E’ semplice dirlo col senno di poi, ma Lucas merita la palma di visionario forse ancor prima per gli aspetti commerciali che per quelli cinematografici.
Lucas è stato l’ideatore di una serie che probabilmente sarebbe stata soltanto una delle tante discrete storie di fantascienza, se non avesse avuto quei (molti) piccoli aspetti mitici capaci di farla assurgere a opera di culto.
Perché la trama di Star Wars, a volerla dire tutta, non è poi così strabiliante.
Il tema manicheo della lotta tra bene e male non si può dire che sia originale, nemmeno nel ristretto ambito della fantascienza. Eppure l’estremizzazione di questi due concetti (connotati, anche visivamente, in modo antitetico, ad esempio mediante i colori) ha in Star Wars qualcosa che cattura profondamente le emozioni dello spettatore.
Il Guerre Stellari del ’77 non è esente da alcuni difetti, che ad una prima visione possono apparire anche piuttosto marcati.
In primis, una trama eccessivamente veloce e frenetica, con cui si cerca di concentrare nelle due ore di durata vicende che avrebbero meritato probabilmente uno sviluppo più ampio. Ma al di là dell’arrembante sceneggiatura, il film aveva per l’epoca un ritmo estremamente rapido soprattutto per un motivo: calava lo spettatore in un universo nuovo ed estraneo senza spiegare praticamente nulla, ma dando tutto per scontato (non solo gli aspetti tecnologici, bensì anche alcuni lati della trama, che vengono soltanto accennati). Eppure quello che può apparire come un limite è a mio avviso uno degli aspetti più apprezzabili dell’approccio di Lucas alla fantascienza: troppi film, ancora oggi, si perdono in lunghi spiegoni che sono tanto meno convincenti quanto più si sforzano di apparire tali.

Passando al capitolo effetti speciali, se essi furono davvero rivoluzionari per l’epoca (costituendo un vero e proprio punto di svolta per quella che di lì a poco diventerà una vera e propria industria), ancora oggi non si può dire che siano superati.
C’è da precisare che le versioni che circolano oggigiorno in DVD e Blu Ray costituiscono una rivisitazione, effettuata vent’anni dopo, che ha visto l’aggiunta di alcune scene (tra cui quella di Jabba, che nell’originale non appariva e di cui Lucas non aveva ancora immaginato le fattezze) e la rimasterizzazione di un audio che, per chi guarda il film in italiano, è quasi più un difetto che un pregio (le voci sono rimaste infatti quelle del doppiaggio originale e il salto tra i due livelli di audio si percepisce spesso in modo piuttosto fastidioso).
Ma le modifiche del 1997 sono state assolutamente marginali (parliamo di pochi minuti complessivi) e gli effetti speciali furono già all’epoca assolutamente di rilievo (altro oscar, arrivato nell’epico duello con “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Spielberg). Basti pensare all’originalissima idea di Lucas della spada laser, ottenuta (in tempi in cui non si sapeva cosa fosse la computer graphics) anche grazie a curiosi effetti di sovraesposizione.
Effetti speciali che si combinano al più tradizionale ricorso a stravaganti trucchi, costumi e maschere: la scena della Cantina (mitica non soltanto per la colonna sonora dei Figrin D’an and the Modal Nodes) fu per l’epoca una vera e propria rivoluzione concettuale della fantascienza, presentando finalmente in un’unica sequenza, tutte insieme, una variegatissima serie di creature aliene.
L’enorme successo di pubblico (è tra i tre film che più hanno incassato nella storia del cinema, tenendo conto degli effetti dell’inflazione) permise a Lucas di produrre i due successivi capitoli della saga con la propria casa di produzione, la LucasFilm, affrancandosi così dalla 20th Century Fox.
Gli episodi successivi della cosiddetta Old Trilogy usciranno, rispettivamente, con le diciture “Episodio V” e “Episodio VI”, dopo che la 20th Century Fox si era rifiutata di far uscire il primo film come “Episodio IV”, per non portare troppo spaesamento tra gli spettatori (il sottotitolo “Una nuova speranza” verrà aggiunto soltanto in seguito).
Nello scrivere L’impero colpisce ancora, Lucas inizierà già a raffigurarsi quella che svilupperà in futuro come prequel-trilogy, rendendo tutto il progetto Star Wars nient’altro che la tragedia del personaggio Dart Fener.

In sintesi, Guerre Stellari è un film che combina effetti speciali strabilianti (soprattutto per l’epoca) ad una storia accattivante, con degli attori bravi ma non sicuramente eccezionali (i migliori sono Alec Guinness / Obi-Wan Kenobi e Harrison Ford / Jan Solo).
Questo primo (quarto) capitolo della saga non è nemmeno il più riuscito, ma ha il grande merito di essere la scintilla originaria, l’opera che ha dato il via a qualcosa di veramente unico nella storia del cinema di fantascienza e della settima arte in generale.

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Lettera aperta a George Lucas / 17 Febbraio 2014 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

Carissimo George,
capisco che il marketing di un film muove mille interessi e che comunque dopo investimenti importanti anche capitalizzare il più possibile è giusto e umano ma se vogliamo dirla tutta, se ti fermavi a questo unico episodio non avresti fatto un soldi di danno.
Economicamente ci avresti rimesso ma solo questo è perfetto.
Stiamo nel 1977 e gli effetti speciali sono già notevoli.
La storia avvincente.
Tutto perfetto.
Anche per me, non amante del genere, m’inchino a questa pellicola.
Bello.
Molto bello.
Mi manca da vedere il V e VI episodio.
Chissà…
Rispetto a questo i pre sequel risultano decisamente inferiori riportati ai tempi nostri.
Da vedere!!!
Ad maiora!

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È Ok. / 7 Maggio 2013 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

5 Maggio 2013 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

Guerre stellari è una serie di film creata da George Lucas tra gli anni ’70 e ’80 che si divide in due trilogie (per ora), la trilogia originale e quella detta nuova.

I film sono stati definiti, al momento della loro uscita, degli innovatori del panorama cinematografico grazie ai numerosi effetti speciali per i quali Lucas creò anche l’Indrustrial light & magic. Sia oggi che al momento della loro uscita questi film hanno avuto sia recensioni positive che negative ma, ad oggi, girando sul web se ne trovano solo di negative. Esse vanno all’intreccio poco articolato e ripetitivo, alla recitazione dei personaggi e alla piattezza dei dialoghi.
Devo dire che mi trovo in pieno accordo con queste critiche, se fosse rimasto solo il primo film sarebbe potuto essere uno di quei film per la televisione da guardare a perdita di tempo e con un finale positivo, mentre esistendo gli altri due, il secondo ripetitivo per quanto riguarda l’attacco della morte nera e il terzo piatto nei contenuti e con un notevole cambio di rotta rispetto al primo film (Luke e Leila sono fratelli, ma non si erano baciati nel primo film?). Continua su: http://loren-ilmondodilory.blogspot.it/2013/05/guerre-stellari-la-trilogia-originale.html

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13 Gennaio 2013 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

L’abc della fantascienza. Un film rivoluzionario sotto ogni punto di vista che getta le fondamenta di un mito.

27 Agosto 2011 in Guerre Stellari IV - Una nuova speranza

In un primo momento gli avevo dato 9(nove).Cosa mi aveva preso?E’ un film che non discuto, mi ha conquistato fin da subito ed è una delle pellicole che hanno iniziato la mia passione verso il cinema. Mi trascina ogni volta come se fosse la prima:grazie effetti speciali perfetti(per l’epoca), ad una regia inspirata e a idee straordinarie. Rimangono incisi nella storia del Cinema i personaggi, la colonna sonora e l’ introduzione.La celebrazione della Fantascienza in senso assoluto.Lucas riesce ad incastonare con indubbia maestria le precise simbologie e le opportune allegorie in una epica avventura spaziale, dai contorni fiabeschi e dalla narrazione avvincente:viaggi intergalattici e i mondi fantasiosi concepiti con Flash Gordon,Dune e il ciclo della Fondazione di Asimov,la filosofia orientale,il cappa e spada cavalleresco,i grandi western classici. Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy

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