Recensione su Guerre Stellari III - La vendetta dei Sith

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10 Aprile 2015

Con questo splendido Episodio III, George Lucas chiude in bellezza la seconda trilogia, riabilitandola anche agli occhi dei più scettici.
Sebbene possa apparire una bestemmia per i fondamentalisti della Old Trilogy, non si può negare che il film possa tranquillamente gareggiare con il mitico “L’Impero colpisce ancora” per la palma di miglior film della saga.
La pellicola, nel rivelare le modalità con cui Anakin Skywalker si trasforma da promettente ma ribelle cavaliere Jedi nell’apprendista Sith Dart Fener, esplora il tema del bene e del male con un approccio più profondo e ragionato rispetto alla semplicistica contrapposizione dualistico-manichea vista negli altri episodi.
In ciò il personaggio di Anakin è fondamentale e ben caratterizzato, anche se l’interpretazione di Hayden Christensen non è esattamente un gioiello (ma non si può nemmeno dire, di contro, che manchi di capacità espressiva).
Bravissimo il regista a valorizzare questo aspetto della trama con inquadrature che fanno un sapiente uso del contrasto luci-ombre (spesso ottenute al computer, ma pur sempre efficaci).
Una sceneggiatura (curata, questa volta, soltanto da Lucas) che corre come un treno per le oltre due ore di durata, ma che non sembra mai frettolosa o forzata, nonostante la necessità di far quadrare il cerchio per l’incastro perfetto tra i primi due episodi e la Old Trilogy.
Si trova una giustificazione, per esempio, della scomparsa degli apparentemente più evoluti droidi, che infatti non apparivano nella Old Trilogy, mediante la sconfitta in guerra di essi da parte dei cloni (aspetto che invero viene affrontato in tutti e tre gli episodi della prequel trilogy).
Segno che Lucas ha sempre avuto le idee ben chiare (quanto meno da quando si è imbarcato nel progetto di questa seconda trilogia) e che è riuscito a farle passare alla perfezione dalla carta al set.
Notevoli, ancora una volta, gli effetti speciali: il film è interamente girato in digitale e scene come quella iniziale (la battaglia spaziale tra le astronavi della Repubblica e quelle dei separatisti) tolgono letteralmente il fiato.
I duelli con le spade laser diventano sempre più affascinanti e coinvolgenti.
Un finale articolato ma emozionante, con la prima, memorabile apparizione di Dart Fener nella veste che ne ha fatto una leggenda pop: quel respiro artificiale quando gli viene per la prima volta calata la celebre maschera nera sul viso va oltre ogni possibile commento.
Pregno anche di significati politici, ne La vendetta dei Sith, in molti hanno visto un implicito attacco di Lucas alle politiche liberticide di Bush (giustificate dalla lotta al terrorismo). Quando il Cancelliere Palpatine si proclamerà Imperatore nel generale clima di giubilo dei Senatori, Padmé Amidala pronuncerà una frase molto significativa: “È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi”.

3 commenti

  1. János Valuska / 2 Maggio 2015

    Dare 10 a questo e 5 a Carpenter dovrebbe essere illegale.

  2. hartman / 2 Maggio 2015

    Non ho ancora ricevuto l’avviso di garanzia, @grotesquebanana 🙂 .
    Sai, io do al voto un’importanza marginale. Fondamentale, a mio avviso, è il giudizio espresso nella recensione, che cerco sempre di articolare in modo da rendere il voto soltanto un gioco.
    Se giustificato da una recensione intelligente e ben formulata, allora credo che qualsiasi voto sia insindacabile…

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