La querelle Maestri e (forse) un ritratto di Messner / 12 Febbraio 2016 in Grido di pietra

Uno dei pochi film in cui Herzog figura soltanto come regista, senza alcun apporto alla sceneggiatura, è tratto da un soggetto di Reinhold Messner chiaramente ispirato alla nota querelle del Cerro Torre, che vide l’alpinista Cesare Maestri affermare di aver raggiunto la cima dell’allora inviolata vetta patagonica nel 1959, ma di non poterlo provare perché il suo compagno di scalata, l’altoatesino Toni Egger, era stato travolto da una valanga sulla via del ritorno, facendo scomparire con sé la macchina fotografica che conteneva le presunte foto scattate in cima.
La comunità alpinistica internazionale oggi nega la possibilità che Maestri sia veramente salito in cima al Torre in quell’occasione, stante la totale mancanza di prove reperite dalle spedizioni transitate dalla stessa via negli anni a seguire.
Il film ripercorre questa vicenda in modo abbastanza marginale, incentrando invece la narrazione sul personaggio di Roccia Innerkofler (alter ego di Messner?) e sul suo tormentato rapporto con le montagne e con il Torre in particolare.
C’è spazio anche per un intreccio sentimentale, quello che porta la ex compagna di Roccia ad avere una relazione con il suo rivale Martin, dopo che il primo aveva deciso di abbandonarla per condurre una vita pressoché eremitica in un’isolata estancia sulle Ande.

Un film che si fa ricordare prevalentemente per gli splendidi paesaggi patagonici, in particolar modo quelli immortalati nella scena finale in cui si compie il destino dei due personaggi.
Discreta la prova di Vittorio Mezzogiorno, nel ruolo del protagonista, e quella di Donald Sutherland, uno di quei volti del grande schermo capaci di imprimersi fortemente nella memoria del pubblico.
La parte iniziale, quella della telecronaca televisiva durante il mondiale di arrampicata, è francamente stucchevole, ma serve per lanciare la storia, con un espediente tuttavia discutibile (la sfida tra alpinista e arrampicatore sportivo, due volti della passione per la montagna che qui vengono mostrati in aperto conflitto tra loro).
Grido di pietra è un film che il grande regista tedesco considera (giustamente) una sua opera minore e non solo per il fatto (insolito) di non averla scritta lui. Eppure il film ha quel tratto documentaristico che lo rende assolutamente in linea con il suo inconfondibile stile cinematografico.

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