Recensione su Green Room

/ 20156.155 voti

Punk sotto assedio / 2 Marzo 2017 in Green Room

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film intrigante, teso, ben girato, slasher al punto giusto, variante originale del genere “sotto assedio” (soprattutto per via del contesto punk e skinhead), punteggiato da qualche buon flash di humour nero, ma decisamente pasticciato per quel che riguarda lo sviluppo narrativo: si tratta, forse, di una scelta voluta, tesa a sottolineare la casualità degli eventi e l’attitudine che, in natura, le prede sviluppano istintivamente al momento della fuga, rendendo -in questo caso- “falsamente” poco pianificabile lo sviluppo della narrazione.
Fatto sta che, per quel che mi riguarda, questa incertezza riscontrata nel racconto, alcuni vuoti narrativi (es. cosa vuole rivelare il nazi che si schiera con i fuggitivi, prima che i cattivi gli facciano saltare la testa? A cosa bisogna ricondurre gli spari nel bosco e cosa sono le “cose che è meglio non sapere”? Forse, niente di rilevante, in realtà: Saulnier vuole solo prenderci in giro, costruendo false ma affascinanti aspettative nel pubblico) e una consequenzialità degli eventi a tratti assai labile inficiano un progetto molto interessante.

La bestialità e l’apatia dei neonazi e l’apparentemente incredibile efficienza della loro struttura cameratesca, le cui azioni sembrano indirizzate esclusivamente ad annientare “l’altro”, sono gli elementi più inquietanti e, allo stesso tempo, più stimolanti del film.

Brava Imogen Poots, nel ruolo della rude girl dall’aria fragile, ma pronta alla deriva psicopatica (sembra incantata dai taglierini e squarta la gente senza pietà) che ha aderito al gruppo neonazi “perché andava nel suo quartiere”, adeguati gli altri giovani interpreti, tra cui lo scomparso Anton Yelchin e Joe Cole, uno dei fratelli Shelby di Peaky Blinders.
Patrick Stewart è il capoccia dei cattivi, ma, complice una poco vivace caratterizzazione che faccio risalire alla fase di script, pur insistendo sul contrasto tra i suoi modi pacati, le sue ideologie politiche e gli atti risolutori che mette in pratica, non ha quell’aria ambigua e spiazzante che tanto gioverebbe al suo personaggio. La battuta: “Se penso a come sembravi inquietante, ieri notte” (o giù di lì), in questo caso, gira abbastanza a vuoto (attenuante: ho visto il film doppiato, detto tra noi, da cani. Forse, nella versione originale, c’è qualcosa che dà più senso alla faccenda).

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