Grbavica - Il segreto di Esma

Sara ha dodici anni, vive con la madre, Esma, e il mito del padre caduto in guerra; non esistono però documenti che lo dimostrino, Sara lo scopre in occasione di una gita scolastica che la porterebbe al di fuori della Sarajevo dove abita, in mezzo alle tante rovine che ancora restano, come i cadaveri ancora da identificare nei sacchi di plastica, come le pistole facili da trovare nascoste.
Proprio una pistola trova l’amico-fidanzatino di Sara, e proprio questa pistola Sara punta contro Esma per farsi rivelare il segreto che la traduzione italiana del titolo ci ha già suggerito.
Per lo spettatore non è difficile immaginarlo dall’inizio, ma la scena in cui Esma rivela alla ragazzina che è figlia di una violenza subita in un campo profughi è molto intensa, quanto quella in cui Sara si rade la testa per cancellare quei capelli nei quali, diceva la madre, era al padre che lei somigliava.

Ottima la prova di Luna Mijovic (Sara), ha due occhi che parlano.

Film duro, come la vita delle persone che hanno vissuto la guerra in Bosnia.
Esma è una donna che lavora fino allo stremo per mantenere Sara, una figlia adolescente che crede che suo padre sia morto in guerra.
La verità è un segreto mantenuto troppo a lungo, negato perchè troppo difficile da elaborare.
Arriva però il momento in cui la scuola richiede un certificato che comprovi la morte del padre. In una scena drammatica la figlia punta una pistola contro la madre, alla ricerca della verità.
Esma ammette che Sara è figlia di uno stupro.Riesce finalmente a parlarne anche nel centro di assistenza, aprendo le porte ai suoi sentimenti più profondi, dall’odio all’amore per questa figlia.
Da vedere per capire i crimini contro le donne e gli orrori della guerra al di là delle descrizioni più o meno asettiche dei libri di storia .