Recensione su Gravity

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10 Ottobre 2013

Gravity.
Alfonso Cuarón

Un trionfo.
Una pellicola che non delude.

Gravity è la prima pellicola che vedo del regista e credo di recuperarlo a breve. Alfonso Cuarón dirige un bellissimo film, un dipinto, un dramma ruotante sull’orbita Bullock-Clooney. Un’Odissea nello spazio
Due soli attori; una terribile storia li lega l’un l’altro; un solo scenario; effetti speciali a rotta di collo; inquadrature suggestive e mozzafiato; una regia brillante. Quelli appena elencati sono gli ingredienti della bella e spaventosa torta chiamata Gravity.
Sandra Bullock interpreta la Dottoressa Ryan.
Ryan non è un nome da donna, il padre voleva un maschietto, Ryan è una ingegnere biomedico che affronta per la prima volta una missione nello spazio. Assieme a lei collabora l’astronauta Matt Kowalsky (George Clooney, personalmente mi piace molto come attore, godibilissimo nella parte), nella sua ultima missione. L’alfa e l’omega a livello professionale, l’alfa e l’omega a livello emotivo.
I due sono vittime di un scherzo del destino, durante la missione che li vede operare sul loro space shuttle, un satellite Russo va in pezzi a causa di un razzo e vengono bombardati da dei detriti viaggianti alla velocità di un proiettile.
Il film non si incentra solo sull’avventura inquietante, angosciante e pericolosa dei due ma lascia spazio alle vicende drammatiche e personali del duo, vicende precedenti l’accaduto.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, ottimo il tutto.

Consigliatissimo

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