Grand Prix / 24 Aprile 2020 in Grand Prix

Sono pochi i film capaci di parlare di sport in maniera degna d’interesse: Grand Prix è uno di questi. La regia di Frankenheimer è superba, piena di sperimentazione(come l’uso di telecamere on board, che diventerà abituale nella copertura visiva degli sport motoristici, e l’uso dello split-screen, che risulterà decisivo nello sviluppo di tutto il cinema d’azione). La riflessione sul mondo della velocità anticipa di anni la narrativa cyberpunk(la “psicopatologia benigna” di Ballard): a differenza di questa tuttavia Grand Prix conserva un nucleo di umanità, in particolare nelle donne del film(come Lisa, interpretata da una magnifica Francoise Hardy).
Tuttavia, il film non è esente da difetti: la lunghezza(3 ore) rende un filo pesante la visione, in quanto molte scene risultano superflue e/o ridondanti. L’esperimento risulta nel complesso riuscito, sebbene non il più riuscito tra tutti i film dell’autore statunitense.

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