2 Recensioni su

Good Time

/ 20176.885 voti

Molto interessante / 27 Gennaio 2018 in Good Time

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Curioso thriller metropolitano che si fa guardare con estremo interesse fino alla fine, benché sia lampante che il protagonista non possa trovare una soluzione ai propri impicci, via via sempre più ingarbugliati.
Il pregio principale del film, a mio parere, sta nella costruzione della storia, sia dal punto di vista narrativo, con la sua escalation di invenzioni e sotterfugi da bestie braccate, che delle soluzioni tecniche. Il montaggio, i movimenti di camera, la fotografia sono molto buoni, hanno qualcosa della “presa diretta” che, però, non risulta né didascalico, né lezioso o fine a sé stesso.
Eccellente la colonna sonora, che, accidenti, mi ha ricordato molto positivamente certe composizioni per film di genere anni Ottanta e, oso dire inevitabilmente, le scelte rétro-pop di Refn in Drive.
Azzeccati gli attori: bravo Pattinson, bravo Benny Safdie, bravi tutti.

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Nottambuli sotto il neon / 16 Gennaio 2018 in Good Time

Ci sono alcuni film che mi lasciano spiazzato, non riesco a venirne a capo: mi è piaciuto? Tanto o poco? Ecco, quando un film riesce a mettere in crisi il mio sistema di valutazione sono felice, perchè a volte questa smania di dar voti toglie un po’ di spazio alla riflessione (cos’è quel 7, dite? Non lo so manco io. Abitudine, forse). Good Time è un crime metropolitano notturno, con luci al neon, sottolineato dalla fantastica colonna sonora di Daniel Lopatin. Quello dei fratelli Safdie è un lavoro originale, in grado di tenersi in equilibrio tra l’atmosfera indie e i canoni della gangster story (il primo nome tra i ringraziamenti nei titoli di coda è non a caso quello di Martin Scorsese). Pattinson è bravo nel suo interpretare uno small-time crook dal volto ordinario, affiancato da Benny Safdie molto efficace nei panni del fratello ritardato. Pur nella sua piccola parte, anche Jennifer Jason-Leigh lascia il segno nel ruolo dell’amante avvizzita in preda alla nevrastenia. C’è probabilmente un collante poco solido nella narrazione degli eventi, ad esempio sembra sempre notte eppure la gente pare che possa andare comunque in banca, così come c’è una stramba rarefazione nei dialoghi; ma sono quelle narrazioni nottambule, alla Fuori Orario, in cui un filo di sconnessione e tensione onirica ci sta sempre bene.

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