Recensione su God Bless America

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Epica commedia nera / 7 Gennaio 2013 in God Bless America

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Era dai tempi di Leon.
Si, era dai tempi di Leon che non vedevo un film così coinvolgente, adrenalinico, platonico e addirittura comico. Purtroppo, troppo spesso questi film non arrivano nelle nostre sale. Questa è una pellicola da paura che vede come protagonista un tizio chiamato Frank [Joel Murray, uno dei fratelli di Bill (Ghostbusters nananana nananana)], un uomo di mezz’età che si è stufato.
Voi direte: “semplice crisi”.
No, manco per niente.
Il protagonista è arrivato al punto di non ritorno, la famosa goccia che fa traboccare il vaso è passata da un pezzo e ce ne accorgiamo dai primi minuti della pellicola. E’ stanco, è stanco della routine, del lavoro in ufficio, della stupidità dei colleghi, dell’ignoranza, della maleducazione, della crudeltà che lo circonda, degli show televisivi, delle battute razziste e sessiste, dei discorsi sul nulla, del gossip, della politica spicciola, dell persone profondi come pozzanghere, stupide come zombies senza cervello, delle bambine viziate. In poche parole ? Dell’America.
Il suo Paese, un impero in declino, quello che ha difeso (poichè ex-militare). Il tizio è una bomba ad ologeria che ha accumulato tutto ciò e, quando il suo dottore gli fa sapere che ha un tumore al cervello, esplode. L’aggravante è la sua spalla, una ragazzina tutto pepe che si porta appresso. Cattiva nel profondo, spietata come poche, con uno spiccato senso dell’umorismo ma soprattutto dal grilletto molto ma molto facile.
I due formano una bella coppia, una sorta di Bonnie e Clyde di noialtri che girano per il Nuovo Mondo cercando di ripulirlo come una brava casalinga ripulisce casa propria. E ciò li rende felici, Cristo se li rende felici, al punto che la felicità non basta più, vogliono la pace che è rappresentata dall’emigrare in uno stato che odia gli Americani. Ma nulla è eterno e tutto finisce soprattutto quando qualcosa o qualcuno non è come sembra. Da qui, il film prende una brutta piega… per poi riprendere il volo verso il finale, finale che è da sturbo.
Fap Fap.

Questa commedia nera, satirica e critica verso la società Amerikana, oserei dire verso quella occidentale in toto, non solo sfotte alla grande tutti quei programmi televisivi che ci spaccano le palle dalla mattina alla sera ma è pure ricca di citazioni cinematografiche (il “Mao” mentre fanno la finta roulette russa, ricorda “il cacciatore”).

DonMax

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