Recensione su Gli spietati

/ 19927.8248 voti

Un requiem per il buon vecchio pistolero. / 14 Gennaio 2015 in Gli spietati

Eastwood presta i suoi indagatori e malinconici occhi alla cinepresa, non limitandosi a veicolarla, ma ad offrirle una prospettiva, e una profondità degna del suo sguardo.
Il suo west, lontano da uno stampo classico, è al contempo figlio di un linguaggio arcaico, che l’ha istruito, educato, ma dal quale ha saputo svezzarsi. Pur omaggiando i suoi maestri, batte sentieri opposti, e quel che si ode è il requiem per il buon vecchio pistolero, che pur nell’accezione negativa del suo termine incarnava un certo stereotipo di eroe, qui collassato in virtù di un annichilente realismo.
Sembra quasi, dirigendo questa pellicola, che abbia voluto scindere il suo mito in due parti ben distinte, per poterle ben differenziare. Da qui la scelta di una retorica diversa, distante dal suo retaggio di attore.
Eastwood cerca un riscontro nella nuda e cruda verità, e in questa sua analisi scava nel fango della disperazione, e del rimorso, le cui orme tracciano un disegno di vivida disillusione.

Lascia un commento