Il potenziale c’era… / 10 Ottobre 2019 in Gli Sfiorati

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo è il terzo film che vedo di Matteo Rovere. Il primo è stato “Un Gioco da Ragazze”(dimenticabilissimo) e il secondo ” Veloce Come il Vento” ( da non perdere). Ero un po dubbioso dato il fallimento del primo film e il successo del terzo, però il titolo e la trama mi avevano catturato, le mie aspettative erano alte e, forse, è stato questo il problema principale.
Ho trovato la sceneggiatura frammentaria. Si alternano dei momenti intensi, dalla sceneggiatura solida che, pensavo, aprissero le porte a una profondità di pensiero che però non è mai arrivata, a delle scene vuote, inutili, o che, almeno a me, non hanno trasmesso proprio nulla.

Avrei preferito approfondissero il discorso della grafologia, che però è rimasto solo un’espediente per riempire la trama. Ad esempio quando Mete va a casa di Beatrice e trova le pagine delle ricette di cucina scritte da lei e fa una sorta di “controllo” con una forchetta. Ok poi? Cioè dicci cosa hai scoperto.
Anzi, vi dirò di più, personalmente l’unica “sfiorata” del film mi sembra proprio Beatrice (Asia Argento), una donna osannata da tutti, con un buon lavoro e in carriera. Insomma ha tutto ma non ha niente, è sfiorata da tutti ma non è “trattenuta” da nessuno, tutti la vogliono ma solo per una notte.
Anche il personaggio di Claudio Santamaria pensavo fosse importante, se non altro da come era partito il film, forse il più interessante ma, il cui uso, si perde nei ritmi di una narrazione disordinata e di una sceneggiatura lacunosa.
La recitazione, non eccezionale ma buona, forse è l’unico motivo per cui ho assegnato una sufficienza.
“Più Bella Cosa” di Ramazzotti, nel finale, se la potevano anche risparmiare, una nota troppo convenzionale che gli ha donato un tocco alla “Federico Moccia”, alla “Amore 14”. Capite, mi ha fatto ripensare a quei film sterili, inutili, quei film per le 15enni con i primi pruriti intimi.

Il potenziale c’era ma… Bho.

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