Recensione su Giustizia privata

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12 Febbraio 2014

Film con delle buone premesse, un incipit interessante e qualche spunto di riflessione non male, ma che perde totalmente di interesse, almeno secondo me, quando il protagonista passa il segno, spingendosi oltre con un gesto che non trova giustificazione e che costringe lo spettatore ad un brusco risveglio dall’empatia che si poteva essere creata con un personaggio.
Si perchè il personaggio interpretato da Gerald Butler è portatore di una condizione umana estrema ma in cui ci si può identificare, se si pensa ai temi del sistema che schiaccia l’individuo e della vendetta come mezzo per tentare di esorcizzare i demoni del nostro passato.
Il problema, e qui nasce il voto basso che mi sono sentita di dargli, sta proprio nel fatto che il protagonista passa il segno, spingendosi oltre il tollerabile, oltre il comprensibile, oltre il giustificabile.
Questo interrompe l’empatia con lo spettatore, che si trova improvvisamente ad osservare tutto dall’esterno, completamente estraniato dalle immagini che scorrono sullo schermo, così venendo meno quel coinvolgimento che ci porta a sentirci parte di ciò che stiamo guardando anzichè seduti su una poltrona o su un divano qualsiasi.
Peccato, poteva essere molto più di questo.

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