Fantasmi romani / 25 Giugno 2012 in Giulietta degli spiriti

Partire all’esplorazione dell’incoscio surrealmente antropomorfizzato della donna,con tutte le sue sfaccettature,i drammi,le grandi contemplazioni è un’impresa ardua poichè è complesso anestetizzare anche solo per poco la mente di una donna. Federico Fellini è al suo meglio in Giulietta degli Spiriti,dove prende una maldestra ispirazione dal suo classico didascalismo autobiografico e ci regala uno dei più grandi film della Storia del Cinema italiano. Delineando con un tratto eccezionalmente (non) buonista le vicende alterne della vita devastata di Giulietta,alto borghese tradita dal marito,affascinata dalla magia nera e amante del sesso. Il personaggio femminile creato da Fellini è geniale e allo stesso tempo futile. L’idea della donna soggetto del cinema di Fellini era quasi impensabile nell’epoca in cui era fresco il ricordo del doppio Mastroianni di Otto e Mezzo e La dolce vita. Invece la Giulietta di Fellini diventa un personaggio destinato agli studi,destinato alla gloria. L’oniricità nel cinema di Fellini è uno degli aspetti più importanti. Essendo il regista emiliano un amante del grottesco,del Barocco,del meno puro possibile,si trova a suo agio nella scintillante fotografia(la prima a colori per Fellini) che mescola le scene più surreali e quasi horror,ad una satira sulla modernità come malattia. Bisogna soffermarsi,per quanto possibile,sulla metafora della donna felliniana. Giulietta inizia il lungometraggio in balia del marito. L’amore diventa l’unico suo sfogo nella vita. Quando perde l’amore entra in crisi. Sebbene il marito la tradisca,lei lo ama ancora. Comincia a frequentare diversi santoni e veggenti,ma soltanto con un riavvicinamento alle sue origini riesce a scrollarsi di dosso il peso. Ed è questo personaggio,così sfacciato,sempre con l’ombra del nonno scappato con una ballerina sulle spalle,sempre con quel suo sorrisetto da suora,così banalmente approcciata alla vita. Il suo ingresso finale,in abito bianco,è da cineteca. L’eternità nel cinema di Fellini non esiste e non esisterà mai. Il mondo non è mai quello che sembra e mentre si va sviluppando riesce a rimpiangersi e a mescolarsi a sè,in un infinito gioco del fuoco fatuo della vita. E’ geniale Giulietta degli Spiriti,probabilmente una delle ispirazioni principali per i tanti personaggi femminili che verranno( specialmente Almodòvar). E mentre tutto scorre il viso da eterna Sally di Giulietta Masina riesce perfino a conquistare anche chi non riesce più ad emozionarsi. La Giulietta di Fellini,transgender pura e semplice,dalla personalità multipla,ugualmente relegata sullo sfondo come un bambino che sconta una punizione che si è inflitto da sola,non è un personaggio dinamico. Bisogna lasciarsi rapire da Giulietta degli spiriti,senza aver contatti con la realtà. Altrimenti si rischia di capirne poco o nulla. E sarebbe veramente un gran,gran peccato.

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