Una scheggia nella carne / 23 Febbraio 2017 in Gimme Danger
Gimme Danger di Jarmusch è lo sguardo innamorato del fan che si fa documentario.
Ciò che emerge prepotente da questo film è l’estrema lucidità di Iggy, la consapevolezza mai strafottente di quanto ha fatto e di quanto sa, della imprescindibile posizione degli Stooges nella storia della musica, di come, a dispetto degli alti e bassi della carriera della band e della velocità con cui ha compiuto la propria orbita, egli abbia sempre avuto chiaro di essere nato per fare musica e dare spettacolo, di come, fin da subito, l’amalgama con i Fratelli Asheton e Dave Alexander avrebbe potuto essere esplosivo.
Lo stile degli Stooges, come la parabola artistica della band, veloce come quella di una pallottola fatale, rispecchia la loro musica: una minuscola scheggia di vetro che si infila nella carne. Il decorso è lo stesso: dolore improvviso, shock, fastidio, cicatrice. Il segno lasciato da Mr. Osterberg e soci nell’estetica complessiva del rock and roll è indefinibile ma indelebile.
Plauso a Jarmusch che ha reso merito a un capitolo della storia del rock fondamentale, eppure -inspiegabilmente- dato troppo spesso per scontato.
Ottima recensione, io ho apprezzato molto l’avere tralasciato, credo volutamente, tutte le vicende gossippare intorno a iggy e nell’ambiente dell’epoca. Si parla di musica e società, davvero un ottimo documentario.
@sempreassurda: sì, Jarmusch ha saputo scremare con coscienza e obiettività la materia.
Però, fino alla fine,ho creduto che avremmo visto spuntare Biggy, il pappagallo di Iggy 😀 Lo conosci? https://www.instagram.com/biggypop/
@Stefania non lo conoscevo ma sono già pazza di lui!