Recensione su Giallo

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Sarà un secolo che Dario Argento non gira più un film. / 13 Marzo 2011 in Giallo

Intendo dire, dietro la macchina da presa. Farà accomodare qualche studente di cinema, cineasta alle prime o seconde armi che abbia sgobbato notte e giorno sui testi e passato tutti gli esami di regia del Centro Sperimentale. Gli dice devi fare questo, devi fare quello. Mi raccomando. Una sorta di esame finale con veri attori, veri macchinisti, veri assistenti di produzione e veri direttori della fotografia. Lo studente ce la mette tutta per dare al film un’impronta quanto più possibile “argentiana”. Non sempre ci riesce. Può darsi che questo Giallo sia stato diretto da un tirocinante poco attento ai dettagli e timoroso del risultato. E può darsi che Dario Argento non abbia avuto neanche il tempo di verificare il prodotto finale. Dev’essere senz’altro così. Non si spiegherebbe, altrimenti, il divario abissale – quasi imbarazzante – tra questo film e un altro a caso. Dite un nome. Tenebre? Nettamente superiore. L’Uccello dalle Piume di Cristallo? Non ne parliamo neanche, quello era un capolavoro. Persino Opera, Trauma e La Sindrome di Stendhal sono monumentali, se paragonati a Giallo. Probabilmente sarebbe il caso di rivalutare filmacci come Il Fantasma dell’Opera e Il Cartaio, pur di non parlare male di Giallo. Sarebbe troppo semplice. E imbarazzante.

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