Ghost in the Shell

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Ghost in the Shell

Tokyo, 2029. I cyborg, esseri metà umani, metà bionici, si sono integrati nella società, controllata da grandi organizzazioni criminali e basata sul controllo dell'economia attraverso le reti telematiche.
Questo film fa parte della Saga 'Ghost in the Shell'! Vuoi saperne di più?
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: GHOST IN THE SHELL
Attori principali: Atsuko Tanaka, Akio Otsuka, Iemasa Kayumi, Koichi Yamadera, Yutaka Nakano, Tamio Ohki, Tessyo Genda, Naruki Masahisa, Masato Yamanouchi, Shinji Ogawa, Mitsuru Miyamoto, Kazuhiro Yamaji, Shigeru Chiba, Hiroshi Yanaka, Ginzo Matsuo, Takashi Matsuyama, Sanryô Odaka, Masamichi Sato, Atsuko Hayashida, Yuji Ueda, Toshiki Kameyama, Atsushi Goto, Maaya Sakamoto, Mostra tutti

Regia: Mamoru OshiiMizuho Nishikubo
Sceneggiatura/Autore: Kazunori Ito
Colonna sonora: Kenji Kawai
Fotografia: Hisao Shirai
Produttore: Mitsuhisa Ishikawa, Shigeru Watanabe, Ken Iyadomi, Ken Matsumoto, Teruo Miyahara, Takashi Mogi, Andy Frain
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Fantascienza, Animazione
Durata: 82 minuti

Dove vedere in streaming Ghost in the Shell

Cyberpsicologia, fantascienza, cibernetica / 13 Luglio 2023 in Ghost in the Shell

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ghost in the Shell è un capolavoro nato 28 anni fa dal genio di Mamoru Oshii.
Il film ci trasporta in un futuro distopico dove la tecnologia e la connessione tra l’uomo e la macchina sono all’ordine del giorno.

Ciò che rende Ghost in the Shell così straordinario è il suo approccio profondo e filosofico ai temi dell’identità, dell’umanità e dell’etica nella società tecnologicamente avanzata. La storia ruota attorno a Major Motoko Kusanagi, un ibrido tra l’uomo e la macchina, che si trova a interrogarsi sulla sua stessa esistenza e sulla definizione di ciò che rende una persona umana.

Oshii crea un’atmosfera visivamente stupefacente, con scenari futuristici e dettagliati che immergono lo spettatore in un mondo affascinante e inquietante. La combinazione di animazione tradizionale e CGI dà vita a un’estetica unica che si sposa perfettamente con il tono oscuro e contemplativo del film.

La colonna sonora di Kenji Kawai è un elemento essenziale del film, creando un’atmosfera suggestiva e coinvolgente. Le sue melodie evocative si intrecciano con le immagini, amplificando le emozioni e portando il pubblico in un viaggio emotivo.

Ghost in the Shell non è solo un’opera visivamente straordinaria, ma è anche una riflessione filosofica sulla natura dell’identità e dell’esistenza. Esplora temi complessi come la ricerca di un’anima, l’autocoscienza e la connessione umana in un mondo tecnologico, lasciando il pubblico con domande profonde sul significato della vita stessa.
In Ghost in the Shell, il rapporto tra identità e trasformazione è un tema centrale che permea l’intera narrazione.

Il film esplora il concetto che l’identità sia fluida e soggetta a cambiamenti in un mondo dominato dalla tecnologia avanzata. Major Kusanagi, con il suo corpo cibernetico e la coscienza che risiede in un “ghost”, affronta il dilemma di definire ciò che la rende ancora umana. La sua lotta interiore riflette il conflitto tra la sua natura cibernetica e la sua essenza umana, sfidando le convenzioni tradizionali di identità e individualità.

La trasformazione, sia fisica che psicologica, è un elemento chiave nel percorso di Major Kusanagi. Attraverso le sue esperienze e le sue interazioni con gli altri personaggi, viene messa in discussione la natura stessa dell’identità e l’idea che si possa definire in modo rigido e statico.

Ghost in the Shell suggerisce che l’identità è un processo in continua evoluzione, influenzato dalla nostra interazione con il mondo esterno e dalle esperienze che viviamo. La trasformazione diventa un’opportunità per esplorare nuovi aspetti di sé stessi e per sfidare le convenzioni sociali e culturali che cercano di limitare la nostra individualità.

La riflessione sulla trasformazione dell’identità ci spinge a considerare come la tecnologia e la nostra relazione con essa possano influenzare la nostra concezione di sé. Ghost in the Shell solleva domande complesse sul significato dell’umanità, la natura della coscienza e la possibilità di preservare la nostra essenza mentre ci adattiamo a nuove forme e realtà.

Il film ci invita a riflettere sulle sfumature complesse dell’essere umani in un mondo sempre più tecnologico, sfidando le nostre concezioni tradizionali e aprendo la strada a nuove possibilità di esistenza. È un’esplorazione filosofica che spinge lo spettatore a interrogarsi sulla propria identità e sulla propria relazione con il mondo in costante mutamento.

Ghost in the Shell è un capolavoro senza tempo che ha influenzato l’animazione e la fantascienza. La sua combinazione di narrazione coinvolgente, immagini straordinarie e tematiche filosofiche lo rendono un film imprescindibile per gli appassionati di anime e per chiunque sia interessato a riflettere sulle implicazioni della tecnologia sull’umanità. È una pietra miliare che continua a resistere alla prova del tempo e a offrire un’esperienza cinematografica straordinaria.

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Ottimo thriller fantascientifico / 10 Marzo 2019 in Ghost in the Shell

Un thriller fantascientifico appassionante e di ottima fattura: eccellente l’animazione, suggestiva la colonna sonora, ritmo serrato e trama accattivante.
Però poteva anche essere meglio. A mio parere fin troppo conciso, una mezz’ora in più gli avrebbe fatto bene, sia per poter dare maggiore sostanza alla filosofia di fondo del film (magari attraverso una caratterizzazione dei personaggio più coinvolgente), sia per fornire un’ambientazione un po’ più chiara, per far sì che lo spettatore possa immergersi di più nella storia.
Insomma, sta un po’ troppo sulla superficie, rimanendo comunque un eccellente film, anche esteticamente d’impatto.

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19 Febbraio 2014 in Ghost in the Shell

Veramente un bellissimo film.
Animazione, trama, tutto funziona.
Anche per chi non è amante del genere questo è una perla.
La limpidezza delle immagini e i disegni così veri fanno di questo un grande film.
Da vedere.
Altro non si deve aggiungere…
Ad maiora!

La rete è vasta e immensa / 9 Ottobre 2013 in Ghost in the Shell

Tratto dall’omonimo manga di Masamune Shirow, Ghost In The Shell è una pellicola del 1995 diretta dal regista Mamoru Oshii. Riflessivo e a tratti filosofico, GITS si colloca tra le opere cyberpunk più influenti nella storia dell’animazione. Non a caso film del calibro di Matrix dei fratelli Wachowski, hanno tratto ispirazione da questo vero e proprio gioiello cinematografico.
I colori cupi e dai toni freddi, le musiche quasi oniriche, sono solo alcuni degli elementi che si sposano alla perfezione con un’ambiente futuristico dove il rapporto tra uomini e macchine è separato da una linea sottile.
Notevole la caratterizzazione della protagonista, il maggiore Motoko Kusanagi, che è esaltata dal suo rapporto complesso con il suo essere. Nonostante ella sia un’unità cibernetica completa (il suo corpo, infatti, è un completo rivestimento di titanio e il suo cervello è sostanzialmente artificiale), la sua mente è talmente avanzata da permetterle di porsi continui interrogativi sulla sua esistenza e sul suo rapporto con l’ambiente esterno. E in un mondo dove l’uomo e la macchina sono ridotti ad un ibrido, dove la consapevolezza di ognuno di essere quello che dovrebbe essere a priori (uomo o macchina) è stabile sulle pendici dell’insicurezza, questo aspetto del suo carattere emana un forte impatto sullo spettatore, proprio perché terribilmente in sintonia con questo assurdo 2029.
Visione straconsigliata. A prescindere se si è o meno amanti del cyberpunk.

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trip mentale / 17 Ottobre 2011 in Ghost in the Shell

Ottimo film d’animazione. Questo sempre per dimostrare che in Giappone non fanno solo cartoni animati per bambini, cosa che non mi stancherò mai di dire. Ottima sia la veste grafica che in ogni caso è stata rifatta nel remake del film (GitS 2.0) che l’ambientazione cyberpunk. L’unica pecca del film è a volte il lasciarsi andare in prolungate discussioni a carattere filosofico che tuttavia sono l’anima (il ghost, per rimanere in tema) dell’opera. In essa, attraverso una storia ben architettata, Mamoru Oshii ci fa riflettere sulla definizione stessa di vita mettendo in atto alcune possibili situazioni limite in cui la differenza tra uomo e macchine si fa labile. Assolutamente da vedere, anche se forse è preferibile vedere prima la serie animata GitS: Stand Alone Complex che ripropone gli stessi temi in una versione molto più diluita e prepara psicologicamente ad un film che potrebbe risultare difficile da seguire se non si riesce ad entrare in un certo sistema di pensiero.

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