Recensione su Scappa: Get Out

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Meraviglia col timer / 24 Ottobre 2017 in Scappa: Get Out

Vero outsider di quest’anno, boom al botteghino negli USA, il film dell’esordiente Jordan Peele è una meraviglia col timer, perfetto per almeno un’ora. La tensione viene rilasciata col contagocce, lo spettatore percepisce da subito l’imminente pericolo in cui si va a cacciare il protagonista e registra le piccole tracce di inquietudine in un quadro troppo stranamente perfetto. Oltre alla tesa sequenza iniziale, c’è quella che introduce alla casa degli Armitage che è una sublimazione dell’angoscia, la classica strada che scorre nel bosco sottolineata dal pezzo main title di Michael Abels, semplicemente perfetto. Daniel Kaluuya ha una mimica del volto, una gamma di espressioni talmente naturali che viene automatico immedesimarsi, rendendo tutto ancora più opprimente. Catherine Keener, dal lato opposto, è una matriarca horror di rara potenza. Narrativamente, il contesto del razzismo è il tema preponderante, ma è davvero interessante come la storia punti la luce soprattutto sugli aspetti più subdoli, annidati nelle conversazioni, quel criptorazzismo che viene occasionalmente svelato da “scivoloni” e gaffes. Peccato che Peele sprechi tutto questo potenziale con un finale arrabbiato, che stravolge l’anima del film; uno sfogo tarantiniano che seppur comprensibile (ho pensato a quella medesima “sete di vendetta” che viene inoculata nello spettatore in film come Django Unchained) snatura la forma espressiva e narrativa che il film aveva ormai pienamente maturato.

1 commento

  1. Federico66 / 12 Giugno 2018

    Mi trovi pienamente d’accordo, anche se per me il film prende uno scivolone troppo grottesco dal momento in cui diventa chiaro che il Metodo Coagula non è solo psicologico! Da li in poi è un altro film, che snatura tutta la suspense accumulata fino alla cattura, per chiudere con un finale alquanto banale.

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