10 Gennaio 2014 in General Orders No. 9

Il dado è tratto.

Preparatevi ad un’incredibile e poderosa esperienza audiovisiva. Preparatevi ad osservare la trasformazione del paesaggio del Sud degli Stati Uniti. Preparatevi, perché se Dio avesse l’opportunità di fare un film, probabilmente dirigerebbe “General orders no 9”.

“General Orders No. 9” è un capolavoro.
Un capolavoro che entusiasma e allo stesso tempo destabilizza. Prendete Herzog e metteteci un po’ di Malick, ma che dico Malick.. più di Malick.
Questa signore e signori è un’opera d’arte d’impatto da ammirare e da far ammirare.
In poco meno di un’ora e mezza lo spettatore viene gettato all’interno di un contesto naturale prima ed urbano poi. Le chiacchiere sono poche ma Robert Persons, neanche fossimo in un dipinto, ci stupisce con le sue carrellate d’immagini che come pennellate incantano e lasciano riflettere.

Vi stupirà, visivamente e non solo, con la sua rappresentazione della nascita, sviluppo e morte tanto di una Nazione quanto dell’uomo in generale.
L’Ordine generale è stato infranto dal momento in cui in modo caotico e irrispettoso l’uomo è andato a cozzare in Madre Natura. Una madre che tutto da e tutto toglie. Evoluzione del contesto urbano quindi e sua degenerazione.
Perché se è vero che la città è il centro, la città senza campagna (intesa come retroterra verde) non è niente.

L’uomo passa dall’essere ospite all’essere invasore.
L’industrializzazione galoppante è percepita come un ostacolo e l’uomo cambia. L’uomo così non diventa il testimone della sua rovina e dell’ambiente che lo circonda.
L’uomo diventa la rovina stessa.
Sua causa e conseguenza. Il film, ambient allo stato brado, entra in collisione con il progresso. Non è un invito a tornare nelle caverne, è un accusa all’abuso degli spazi, un’accusa agli sprechi, alla decadenza delle città e delle periferie.
Per lo meno così l’ha interpretato il vostro Don. Inizia così una dura lotta che non vedrà lieto fine per una delle due parti.

Eccovi dunque un documentario meditativo, ricco di poetica. beltà e contemplatività.
Vedetelo.

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