FURY
Il carroarmato.
Una tomba intagliata in tonnellate di ferraglia lurida in movimento.
Il carroarmato.
Una casa con la corazza.
Il carroarmato, la casa del sergente della 2^a Divisione Don “Wardaddy” Collier e il suo commando di uomini composto da: il cannoniere “Bibbia”, il pilota messicano “Gordo” , il caricatore “Coon-Ass” e il verginello Macchina, un dattilografo che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il posto sbagliato è la Germania del ’45, il momento sbagliato è la II Guerra mondiale. È la guerra totale e Hitler ha fatto arruolare donne, uomini, vecchi, bambini.
Don Collier sa bene contro chi sta combattendo: Don Collier ha combattuto assieme ai suoi dal deserto africano alla Normandia. Don Collier per i suoi non è solo un superiore, è una specie di guida, un padre, un amico, uno con cui ne hanno passate tante e tante ne passeranno ancora.
Per cairtà, il dattilografo sa che è in corso la guerra ma è un dattilografo. Non so se mi spiego: è un soldato che è stato nelle retrovie e non è portato alla guerra. All’inizio si rifiuta di uccidere un nazista ma Don lo “svezza”. Fury è senza dubbio un film cattivo fino al midollo, in giro di pochi minuti il personaggio interpretato da Brad Pitt, un personaggio imbevuto di cameratismo, costringe una persona che non ha ricevuto l’addestramento adeguato ad uccidere. Ad uccidere, perché è giusto così.
Possiamo interrogarci per ore su quanto moralmente sia giusta o meno l’azione di Don Collier. È esatto parlare di crudeltà? È esatto parlare o affermare che la vita all’interno del microcosmo rappresentato dal “carroarmato Fury” è più crudele del necessario? Vi risponderò così: se di fronte al risorgere di un nuovo nazismo dovrò mai salire su un ca**o di carroarmato, vorrei almeno che ai miei lati ci fossero uomini del calibro di Don, Bibbia e via dicendo. Altrimenti rifiuterei categoricamente di salire sul carroarmato.
Don Collier non è un idiota, fissato e perverso, nel tentativo di educare il ragazzo alla cruda realtà della guerra, si prende cura di lui come se fosse suo figlio e nell’educarlo commette gli stessi errori che commettono i genitori nell’educare i figli.
Paterno come un John Wayne di noialtri, all’inizio Don lo stressa, lo massacra, eppure piano piano il loro rapporto si fortifica, condividendo una serie di brutte esperienze, iniziano a rispettarsi reciprocamente. Il film non sarà sicuramente La Croce di ferro e David Ayer non avrà la stessa comprensione per il nemico che aveva Peckinpah, ma un paio di scene (in particolare il tedesco che viene asfaltato/trinciato dall’ M4 Sherman) ne richiamano i contenuti. E se è vero che non c’è la comprensione per il nemico (il nazista), c’è la comprensione per il complice (il tedesco).
Ma questa signore e signori è solo una piccola parentesi all’interno di Fury, credo che il film rimarrà parecchio nella mia testolina e in parte è dovuto all’atmosfera che si respira. Fury è un film violento, un film sporco, scuro. Lo spettatore si muove in una Germania distrutta dal conflitto, massacrata nell’anima e nel corpo. Sembra di vivere in un incubo e Fury, quando ci si sofferma sui paesaggi, diventa un quadro in cui prevalgono i toni scuri. Durante le battaglie sembra di finire all’inferno, veniamo circondati dal rosso delle fiamme, veniamo circondati dai nazisti che cantano degli inni infernali e non ci resta che fare il tifo per degli anti-eroi che sparano munizioni contate. Ora, la maggior parte di voi criticherà il fatto che gli spari sembrano delle spade laser ma vorrei farvi notare che non abbiamo visto (fortunatamente) una campale con dei cingolati e anche in un film come Va e vedi, le sparatorie eran così rappresentate. Semmai, se una critica va mossa, va mossa in direzione alla capigliatura di Brad Pitt ma questa è un’altra storia. Fury dimostra che gli Stati Uniti sanno ancora fare ottimi film di guerra. Fury è un film autocelebrativo, è un film sulla Guerra, la Seconda, quella con la G maiuscola.
Quindi? Più passa il tempo più divento anti-americano ma ogni tanto gli concedo il lusso di una modesta quanto sacrosanta autocelebrazione, perché in fondo la II guerra mondiale per gli americani fu una vera e propria crociata, uno scontro fra civiltà, una guerra fra due mondi. Da un lato gli Yankees (che non gassavano certo le persone pur avendo dei campi di prigionia in suolo patrio) assieme ai Sovietici, ai Britannici e al Commonwealth, dall’altro i nazi-fascisti e i nipponici che attuarono una vera e propria epurazione.
DonMax
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