2 Febbraio 2014
Due cose principalmente rendono assai piacevole questo film dei fratelli Hughes, che ripercorre una delle tesi moderne sull’identità di quello che è probabilmente il più celebre serial killer della storia (la teoria del “complotto reale”, non di certo la più fondata ma comunque affascinante):
La prima è l’atmosfera bohémienne che permea l’intera pellicola e che si adatta meravigliosamente alla tarda epoca vittoriana in cui è ambientata. E non solo perché il protagonista, l’ispettore Abberline (un Johnny Depp nel suo periodo migliore, che regala un’interpretazione asciutta ma efficace) è un oppiomane incallito, che trangugia assenzio misto a laudano mentre fa il bagno, in una scena memorabile.
La seconda è la fotografia surreale di una Londra di fine ‘800 dalle tinte insieme calde e cupe, un eterno e fosco tramonto, rosso come il sangue, nero come le notti in cui colpiva l’assassino di Whitechapel.
Una sceneggiatura convincente, senza l’ossessione di un ritmo frenetico, troppe volte abusato da pellicole del genere, completa quello che è un buon thriller storico.
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