Recensione su Frank

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La gabbia di matti (che in quanto tali, non permettono spiegazioni) / 4 Marzo 2015 in Frank

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho trovato il film tutto sommato scorrevole, ma non per questo esente da difetti. A mio parere, per dirla in breve, si è sprecato un piccolissimo potenziale.
Accettando il compromesso che il tono di questa pellicola è volutamente spinto verso il surreale, questo film a conti fatti da l’aria di essere un grosso giro a vuoto, oltre ad avere la “colpa” di presentare una discreta galleria di personaggi che purtroppo vengono “bruciati” facilmente e che invece avrebbero meritato una maggiore caratterizzazione, regalando sicuramente un riscontro più positivo.
Tutto ruota attorno alla figura di Frank e a quella di Jon. Eppure, nonostante siano le personalità principali del film, la loro resa è perlopiù abbozzata. Non viene detto perchè Frank porti sempre quella maschera in testa e gli autori si limitano a giustificarlo con un fastidiosissimo “è malato di mente, da sempre”. Il risultato è che la parte di Fassbender si limita al semplice compitino, composto solo da una serie di movenze e basta (si salva giusto la parte finale, in cui l’attore riesce ad essere perfino toccante al momento della riunione della band). Di Jon invece possiamo dire davvero poco: è un personaggio che cerca il successo, è convinto che possa essere testato tramite l’approvazione sui social network, dovrebbe rappresentare l’unico normale del gruppo in una gabbia di matti, ma gli altri sembrano spesso rovesciarli questo concetto addosso. Anche gli altri personaggi si trovano o ridotti a macchiette, come Clara e Don (una brava Maggie Gyllenhall, il cui unico scopo nella pellicola però sembra quello di essere perennemente inca***** con il protagonista) o ridotti al nulla (Nana e Baraque, mi stavo anche scordando i nomi e ho dovuto rivederli su Wikipedia).
Insomma, si tratta di un film che poteva lasciare qualcosa, ma che forse pretende troppo da sé stesso e finisce quindi col perdersi in un bicchiere d’acqua.

5 commenti

  1. inchiostro nero / 7 Marzo 2015

    Ovviamente si parla sempre di chiavi di lettura, ma io credo che il dover ”giustificare” un comportamento, per quanto lontano da una sfera abituale, sia a conti fatti solo un mero tentativo di comprenderlo. Ma l’intento del film non è quello di capire, ma di accettare un dato atteggiamento, anche se lontano da ogni classificazione. Se la diversità deve necessariamente esibire il proprio codice identificativo, allora questa perde di significato, come un mistero svelato in partenza. Frank non ha nessun motivo per indossare una maschera, come non ne ha nessuno per non farlo.

  2. Francesco / 7 Marzo 2015

    @inchiostro nero Discorso giustissimo. Non dico che ogni cosa debba avere il classico spiegone (farebbe perdere troppo l’interpretazione del film). Però in questo film non sono riuscito ad accettarlo. Frank è un personaggio davvero interessante, ma mi ha sfastidiato un po’ l’idea di definirlo semplicemente “insano di mente” e giustificare tutte le sue azioni con questa semplice e banale dichiarazione. Mi è parso più un pretesto facile e comodo degli autori per evitare di annichilire tutto il senso della pellicola.

  3. inchiostro nero / 7 Marzo 2015

    @Francesco_Macaluso Ma io non credo che il regista abbia voluto rimarcare questo aspetto, ossia della follia come alibi per ogni azione. Quello che io ho visto, e soprattutto sentito, è un non voler definire la diversità con un semplice aggettivo, non discostandola in questo modo dalla normalità, che è chiamata tale solo perché risponde ad una percezione ”condivisa”. Ovviamente posso comprendere il tuo punto di vista, ma proprio non riesco a contestualizzarlo nella pellicola.

  4. Francesco / 7 Marzo 2015

    Semplici differenze di punti di vista, appunto. Comprendo comunque anche il tuo…però non riesco comunque a lasciar da parte questo aspetto. Non dico che avrebbero dovuto ridurre il tutto a un aggettivo o simile, ma non posso nemmeno dire che la scelta per cui hanno optato mi abbia convinto appieno. Mentirei a me stesso.

  5. inchiostro nero / 8 Marzo 2015

    Assolutamente. I differenti punti di vista aiutano anche a vedere il film sotto un’altra prospettiva; solo che non trovo le movenze di Fassbender delle semplici scenette fine a se stesse, anche perché ricalcano un personaggio esistente, pur se caricaturale, e legato ad un caratterista che ne muove le fila.

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