Giandomenico Fracchia, un umile geometra senza un briciolo di spina dorsale, finisce in una serie di situazioni surreali a causa della sua incredibile somiglianza con un pericoloso criminale, soprannominato dalla stampa la Belva umana; arrestato per equivoco più volte, viene finalmente rilasciato con un lasciapassare che attesta la sua vera identità, cosa che gli procurerà solo ulteriori problemi quando, tornato a casa, troverà il vero ricercato ad attendere il suo provvidenziale sosia... laschizzacervelli ha scritto questa trama
Ok, sarà cinema trash, ok sarà un film di serie C ma per tutti quelli della mia generazione rappresenta un piccolo mito, un dolce ricordo della nostra infanzia. Esilarante film del Villaggione nazionale(mitico attore), entrato di diritto nella storia del cinema nostrano grazie alle sue geniali battute surreali, oltre alla ormai “storica” e mitica canzoncina che Banfi canta in una sequenza del film. Per tutta la durata del film si può ammirare la bellezza della Roma degli anni’80 quando ancora le macchine e i cantieri non l’avevano sommersa, si possono conoscere luoghi e abitudini della Capitale come i famosi ristoranti “La Parolaccia” e “Da Cencia”, qui presi a imitazione dal farlocco “Da Sergio e Bruno – gli incivili”. Un film tutto da gustare con protagonista un grandissimo Paolo Villaggio(ottima la sua performance, soprattutto nel ruolo della Belva a prova della sua straordinaria bravura) affiancato da un magistrale Lino Banfi(esilaranti i siparietti con il suo sottintendente) e dall’immancabile coppia Anna Mazzamauro-Gigi Reder. Un piccolo cult per me e per quelli della mia generazione, un cinema puro, semplice, genuino che al giorno d’oggi sembra essere, purtroppo, scomparso del tutto.
Filmetto con Villaggio che da il meglio di se (a chi piace ovviamente) e con un Banfi all’altezza (francamente non lo gradisco molto…) per un film che non ha pretese ma sicuramente diverte e non annoia. La scena poi del Ristorante romano “La Parolaccia” è un cult ormai…