2 Maggio 2013 in Four Brothers - Quattro Fratelli
L’importanza della famiglia. Come vendicare una madre speciale.

Quattro la madre adottiva di Bobby, Angel, Jeremiah e Jack viene uccisa in un drugstore, i quattro ragazzi uniscono le proprie forze per ottenere vendetta ad ogni costo.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: Four Brothers
Attori principali: Mark Wahlberg
Tyrese Gibson
André 3000
Garrett Hedlund
Terrence HowardJosh Charles, Sofía Vergara, Fionnula Flanagan, Chiwetel Ejiofor, Taraji P. Henson, Barry Shabaka Henley, Jernard Burks, Kenneth Welsh, Tony Nappo, Shawn Singleton, Lyriq Bent, Shomari Downer, Mpho Koaho, Costin Manu, Kevin Duhaney, Victor A. Young, Mostra tutti
Regia: John Singleton
Sceneggiatura/Autore: David Elliot, Paul Lovett
Colonna sonora: David Arnold
Fotografia: Peter Menzies Jr.
Costumi: Ruth E. Carter, Linda Petty
Produttore: Lorenzo Di Bonaventura, Ric Kidney, Erik Howsam
Produzione: Usa
Genere: Azione, Drammatico, Poliziesco
Durata: 109 minuti
L’importanza della famiglia. Come vendicare una madre speciale.
Recensione scritta “a caldo”, ottobre 2005:
(…) L’impianto narrativo è stimolante: ricorda i western crepuscolari e i violenti film d’azione degli anni Settanta, declinati in chiave moderna ed ironica, quasi un gangsta movie con inserti poliziotteschi.
Ma l’esperimento, nonostante l’impegno e qualche interessante svolta, non riesce: un soffuso ed impacciato buonismo soffoca tutti gli spunti cinici ed originali. I tanti personaggi che affollano le due ore di pellicola, nelle mani di un (buttiamola lì) Tarantino, sarebbero diventati memorabili, ognuno con un tic peculiare: qui, non hanno spessore, sono atoni, pasticciati, inconcludenti, a partire dal leader bianco, interpretato da Wahlberg. Le sue battute sono acerbe, un po’ pretenziose, farcite con un linguaggio da camionisti, sdoganato senza stile dai classici del genere.
Gli inseguimenti e le sparatorie spargono un po’ di sano pepe su uno spettacolo altrimenti incolore, con lunghe sequenze concitate e claustrofobiche. Su tutte, l’assedio alla casa dei Mercer: se non fosse per le numerose armi automatiche, parrebbe di assistere all’accerchiamento di una carovana di pionieri nel selvaggio West.
Si salva l’insistente colonna sonora soul, offerta in blocco dalla mitica Motown: manco a dirlo, un terzo dei brani è di Marvin Gaye, senza tralasciare i Temptations e Kanye West.
Insomma, provaci ancora, Singleton.
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