The Screwfly Solution – Contro natura / 10 Settembre 2017 in Fly from Hell

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Propagandosi come un’epidemia, qualcosa sta spingendo gli uomini a uccidere le donne. Da piccoli episodi isolati si passa a veri e propri omicidi di massa. La giustificazione di tale comportamento omicida sembra di natura religiosa e infatti, nelle zone colpite dal “virus”, è comparsa una setta millenaristica che si definiscono “I figli di Adamo” e che inneggiano alla supremazia dell’uomo sulle donne, non considerate dei veri esseri umani. Il loro scopo è “liberare” la Terra dalla “parte animale” femminile. Molti degli infetti affermano di aver ricevuto l’ordine da degli “angeli” che hanno fatto loro visita. Due scienziati, Alan e Barney (rispettivamente interpretati da Jason Priestley ed Elliott Gould), scoprono che a provocare questa pazzia è una specie di enzima che “obbliga” gli uomini a uccidere i potenziali partner sessuali piuttosto che procreare con loro, incapaci di differenziare l’eccitazione sessuale dall’aggressività. I due propongono come soluzione la castrazione chimica di tutti gli uomini, ma la cosa non è presa in considerazione dalle autorità e le donne di tutto il mondo continuano a morire. Questo episodio della serie televisiva antologica Masters of Horror è tratto in modo fedele da un racconto di Alice Sheldon, firmato col nom de plume di Raccoona Sheldon ma meglio conosciuta con quello maschile di James Tiptree jr. Il racconto sembra apparentemente una condanna al genere maschile come portatore di una radicata misoginia, spesso di natura religiosa, tale da giustificare la violenza sull’altro sesso. Anche se sulle pagine scritte compare il termine “femminicidio” prima che diventasse di uso e abuso comune, la Sheldon veicola però un messaggio più sottile e sconvolgente che si spiega andando a esaminare la vicenda della “screwfly” del titolo. La mosca del canneto (screwfly, appunto) fu infatti sterminata dall’uomo negli anni Cinquanta con un antiparassitario che induceva nella specie sterilità grazie a pratiche riproduttive anomale e inefficaci. Qualcosa di simile ora sta facendo qualcuno, probabilmente degli alieni, con l’umanità, trattata come un qualsiasi parassita infestante, modificandone chimicamente il comportamento in modo innaturale. Il fanatismo religioso non è la causa del male, ma il sintomo e le vittime dell’epidemia non sono quindi solo le donne, ma l’umanità intera condannata così all’estinzione. A risaltare non è quindi il tema della violenza sulle donne, sugli indifesi in generale e sull’immobilismo delle istituzioni politiche e religiose sull’argomento, seppur il tutto sia preso in considerazione nel racconto e nel mediometraggio, ma la contrapposizione tra il libero arbitrio dell’uomo e gli imperativi del determinismo biologico che ne determinano i comportamenti. Non da meno il tema del completo rifiuto dell’antropocentrismo: come l’uomo ha sterminato completamente una specie di insetti per salvaguardare i raccolti, qualcuno sta facendo la stessa cosa sull’uomo, considerato alla stregua di un parassita da una specie più evoluta. Il film è uno dei più duri e spietati diretti dal regista Joe Dante, anche se manca completamente delle caratteristiche, dei vezzi e dell’ironia delle altre sue opere, tanto che si fatica a riconoscerne la mano. Sì che un pizzico d’ironia non mancava neanche del racconto. Nel finale di quest’ultimo, più convincente di quello del film dove si vedono dei banali alieni luminosi, l’unica donna superstite, vedendo uno dei responsabili della situazione, afferma infatti: “…non era un angelo, credo di aver visto un agente immobiliare” riferendosi al fatto che questa vecchia roccia, la terza dal Sole, sarà presto libera da infestazioni e disponibile per i nuovi inquilini

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