5 Recensioni su

Flags of Our Fathers

/ 20067.2174 voti

Tenere alta la bandiera / 1 Novembre 2022 in Flags of Our Fathers

Bel film di guerra di Clint Eastwood anche se mi aspettavo qualcosa di diverso.
Durante la battaglia di Iwo Jima (seconda guerra mondiale Usa contro Giappone) 6 marines innalzano una bandiera americana sulla cima di un monte appena conquistato.
Questa fotografia diventa celebre e i protagonisti della foto vengono rimpatriati per fare un tour del paese per raccogliere fondi per riuscire a terminare la guerra.
Dei sei protagonisti però ne sono sopravvissuti solo tre: Ira Hayes (Adam Beach), un indiano che nel gesto non vede niente di eroico e pensa invece ai compagni perduti rifugiandosi nell’alcool, Rene Gagnon (Jesse Bradford) che invece vede nel tour un’occasione per il
futuro e l’infermiere “Doc” BRadley (Ryan Philippe) tormentato dai compagni che non è riuscito a salvare (in particolare Iggy interpretato da Jamie Bell).
Mi aspettavo ci fossero più scene di guerra, invece Clint mescola immagini del tour di propaganda (dallo scopo “nobile” ma dai presupposti sbagliati visto che la foto non era l’immagine di una vittoria ma era soltanto il quinto di quaranta giorni di sanguinosa battaglia) a immagini dure di guerra. Intensa la prima fase della battaglia, appena dopo lo sbarco, in stile “Salvate il Soldato Ryan) anche se abbastanza diversa. Ci sono anche i diversi atteggiamenti dei marines coinvolti nel tour ma anche nelle sorti della battaglia.
Nel ricco cast troviamo anche Barry Pepper nei panni del sergente Mike, Paul Walker è Hank Hansen (l’intruso nella foto), Robert Patrick è il colonnello Johnson, Neal McDonough è il capitano Severance. Melanie Lynsky è la fidanzata di Gagnon. Da qualche parte ci
dovrebbe essere anche Scott il figlio di Clint.

Leggi tutto

Flags of Our Fathers: un circolo vizioso / 31 Maggio 2015 in Flags of Our Fathers

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film è godibile, perché ben realizzato, asciutto, romantico ma senza orpelli superflui, in pieno stile Eastwood, una certa retorica compresa.
La storia è intrigante, perché è una sorta di una dolorosa caccia al tesoro.

Eppure, ho provato un profondo fastidio nel vedere quanto al genere umano piaccia mitizzare eventi di altrimenti dubbia portata.
La vicenda della bandiera di Iwo Jima è un episodio tra innumerevoli altri, ma in quel preciso momento storico l’epica di cui è intrisa la nota fotografia che ritrae i soldati impegnati nell’atto di issare il vessillo a stelle e strisce era necessaria, per infondere fiducia nei militari e nei civili.
Ma è un falso.
E detta fiducia, di allora e di poi, si fonda su un falso costruito a bella posta. Il che è per me quantomai desolante.

Bravo Clint, quindi, che ha insistito sul fatto che i protagonisti dell’evento abbiano vissuto come un peso ed un conflitto l’etichetta di eroi affibbiatagli da chi all’epoca ha fatto leva sulla famosa “onda emotiva” per ottenere vantaggi (per sé o per terzi, non importa) ed è lodevole, perciò, l’intento di rendere merito alla loro memoria tentando di restituirgli una dimensione umana.
Ma, secondo me, l’obiettivo è stato parzialmente fallito.
Perché l’aura di infallibile giustizia che, per esempio, circonda Doc (Ryan Phillippe) è solo un altro aspetto di quell’eroismo che (immagino) il libro da cui è tratto il film ed il film stesso avevano intenzione di smussare. Senza negare che quegli uomini fossero delle brave persone, il film li presenta come individui degni di essere chiamati davvero eroi per il sacrificio fatto non nel nome della patria, ma dei compagni che avevano condiviso con loro l’orrore della guerra. Ma l’assunto non era quello di ridimensionare proprio il peso di quel termine? Qualcosa mi sfugge…

Insomma, in maniera forse inclemente, forse superficiale, sicuramente cinica, mi sento di dire che siamo dalle parti di un gatto che si morde la coda.
Resta la curiosità di voler vedere comunque la seconda parte del dittico, Lettere da Iwo Jima.

Leggi tutto

Film di storia. tutta la vita / 3 Febbraio 2015 in Flags of Our Fathers

Premetto alcune cose: prima di tutto non ho mai visto tanti film di Clint Eastwood (nel ruolo di attore), né tanto meno sono un’esperta di cinematografia, ma adoro i film di storia, soprattutto quando riguardano fatti realmente accaduti.
Questo film racconta la storia della battaglia di Iwo Jima, avvenuta nel pacifico nel 1944-45, tra americani e giapponesi. Alcuni film americani di guerra sono fastidiosamente patriottici, ma questo film è diverso. Ho apprezzato innanzitutto che il regista ha girato anche “Lettere da Iwo Jima” che racconta il punto di vista dell’esercito giapponese. Dopodiché non l’ho trovato mai noioso, i protagonisti, realmente esistiti, sono dei ragazzi semplici, vengono mostrate le loro debolezze e l’umiltà dinnanzi alla morte; la profonda cicatrice che lascia la guerra che gli accompagnerà per tutto il resto della loro vita, sino alla morte; sono dei ragazzi che non si definiscono affatto eroi, nonostante la propaganda americana li dipinge tali per motivi squisitamente politici. Racconta davvero, secondo me, cosa significa uno Stato che finanzia la morte di un milione di soldati che si sacrificano per la propria “patria”, mentre i padri della patria se ne stanno seduti buoni buoni in poltrona. Un sacrificio di una giovinezza, senza ricevere nulla in cambio.

Leggi tutto

Eroi per caso / 15 Gennaio 2015 in Flags of Our Fathers

Il colore saturo, sangue e zolfo, le raffiche di terra e proiettili, lo spiegamento di forze su e attorno l’isola di Iwo Jima sono un quadro straordinario. Una storia che sembra patriottica ma porta addosso una pesante e scomoda verità; gli eroi non esistono.
Oltre alle immagini guerresche splendidamente accurate, devo annotare quel fastidioso senso di “ovattato e artificioso” che deriva dal doppiaggio italiano. Non so cosa abbiano combinato, ma quando parlano gli attori sembra una fiction Rai.

Leggi tutto

9 Agosto 2012 in Flags of Our Fathers

La guerra nel suo cinismo e nei suoi simboli.
La voglia di eroismo e di immagini consolatorie (tutto il film prende spunto dalla famosa fotografia dei soldati americani che innalzano la “Stars-spangled Banner” dopo la battaglia).
La facilità nel (e la voglia di) dimenticare.
Grande prova di regia per Eastwood.

inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.

Non ci sono voti.