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Il lercio

/ 20137.149 voti

Do you speak Scottish? / 4 Marzo 2016 in Il lercio

Scozia. La gente parla e si fatica a capire cosa cavolo stiano dicendo (se si guarda il film in lingua originale).
Ma questo è un deficit nostro, non del film.
Protagonista un poliziotto drogato, alcolizzato, puttaniere, che alterna momenti di lucidità a momenti di violenza immotivata, azioni illegali, feccia dell’umanità peggio dei criminali con cui ha a che fare. Raramente lo vedremo in realtà avere a che fare con dei criminali…sì che il film non è un poliziesco, ma un viaggio al fianco del protagonista per capire fin dove si spinga questa sua follia scaturita dalla depressione unita a una buona dose di farmaci e all’alcolismo.
Tutti gli eventi che si succedono non hanno sempre gran ragione d’essere, ma il film procede di scena in scena, azione dopo azione, alternando un piano realistico, uno metaforico, uno visionario dettato dalla psicosi del protagonista.
Fino a venticinque minuti dalla fine mi stavo annoiando, apprezzando di fatto solo l’interpretazione di James McAvoy, protagonista di questa pellicola. Poi c’è il previsto ed atteso “plot-twist”, che però muta in una direzione del tutto opposta a quella che m’ero aspettato, spiazzandomi e spingendomi a vedere l’ultimo terzo del film con un approccio completamente diverso.
Ciò che accade al protagonista da quel momento in poi è tutto di guadagnato dal punto di vista dello spaesato spettatore.

Consigliato a: Coloro che amano sondare la psiche umana e le sue sfaccettature. Un film sporco e a tratti violento, ma senza scene splatter o troppo crude. Non è un poliziesco poiché non si rincorre un crimine, ma solo una psiche malata che è quella, casualmente, d’un poliziotto.

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4 Marzo 2014 in Il lercio

Filth, ovvero Il Lercio, è la trasposizione dell’omonimo romanzo di Irvine Welsh, con protagonista un detective che vuole la promozione a tutti i costi e che rifiuterà qualsiasi morale pur di raggiungere il suo scopo. La storia è tipicamente malata, lurida e frizzante, ambientata in una Edimburgo colorata da una fotografia molto acida e accompagnata sempre da una OST marciante. Il miglior pregio di questa opera è, a mio parere, la gran bella performance di James McAvoy, che risulta piuttosto bravo nel trovare il giusto equilibrio, per un ruolo che poteva facilmente essere interpretato andando in overacting. Tutto il resto è uno sbiadito contorno alla sua prova, dato che il film soffre di una eccessiva nebulosità narrativa, pur avendo degli sprazzi molto coinvolgenti e grotteschi, fino al plot twist non troppo esplicito e al finale categorico che si ferma sul sorriso sguaiato di James. Carino nel complesso.

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