Non è un film, è una roba! / 17 Settembre 2013 in Faccia di Picasso

So che i più storceranno il nasino leggendo questa recensione (sempre se mai qualcuno la leggerà) ma il secondo film che vede Massimo Ceccherini nelle vesti di regista/attore non è affatto quella porcheria che si sarebbe potati a pensare stando alle ben più riconosciute recensioni di tanti critici rinomati. Ebbene, Faccia di Picasso è un’opera brillante, originale e in alcuni tratti perfino poetica, si, poetica. Scene quali l’omaggio al padre imbianchino e il monologhino davanti la strada dedicata a Federico Fellini sono toccanti, sincere e profondamente figlie di una “cultura” personale ed operaia, estremamente romantica, un tipo di linguaggio in grado di giungere a chiunque, quel tipo di linguaggio che proprio per questo motivo viene bollato come elementare e “stupido”. Il film è una serie di sketch attraverso i quali il duo Ceccherini/Paci scimmiotta vari cult di successo al box office, da “Lo squalo di Spielberg, a L’esorcista, passando per Il Silenzio degli innocenti e Rocky IV, tutti ribaltati dalla comicità diretta, becera e per nulla ipocrita del Cecca, come invece dimostra di essere quella del suo collega e amico più furbo Pieraccioni. Ceccherini non si prende sul serio interpretando se stesso in crisi di ispirazione e alla diseprata ricerca di un’idea, di un soggetto per il suo prossimo film, pressato da un produttore cialtrone e facilone (interpretato dal bravissimo Marco Giallini), riempiendo la scena con la sua innegabile verve comica, ed oserei dire a tratti brillante, puntella le varie scene popolandole quà e là di tanti volti curiosi e bravi caratteristi toscani i quali in un film di Pieraccioni non funzionerebbero mai, proprio per la banalità delle sue storie e per la sua incapacità registica. Insomma un film consigliato, un esperimento riuscito, di un attore (più che regista) bravo, che se solo il cinema fosse quello di un tempo potrebbe rappresentarne una delle ultimissime maschere espressive della commedia e che probabilmente sarebbe garbato di molto ad un Federico Fellini. Ma l’Italia di oggi, o meglio gli incassi, dicono che è più “bravo” Pieraccioni.
Brillante e grottesca la sequenza in bianco e nero con protagonisti Stanlio&Olio e Charlot, culiminata in una divertente rissa.

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