6 Recensioni su

Il diritto di uccidere

/ 20166.958 voti

Avvincente , ma inverosimile / 6 Aprile 2021 in Il diritto di uccidere

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film tiene alta la tensione e l’interesse per tutta la sua durata, ma francamente molte scene non sono affatto credibili : guarda-caso gli eventi rilevanti accadono sempre nel momento esatto che vengono sparati i due missili . Poi non è realistico pensare che un singolo individuo, metta in discussione tutta una mastodontica operazione militare. Ma soprattutto non è realistico tutto il giro di telefonate e contatti per avere l’avvallo di questo o quell’altro, perchè nessuno vuole avere sulla coscienza l’eventuale morte dell’innocente.
Ma il top della fantascienza, lo si raggiunge alla fine , quando i due esecutori materiali , piangono e hanno i sensi di colpa per ciò che hanno fatto…eh. allora forse era meglio non fare lo sgangiatore di bombe dai droni , come mestiere , no?
Insomma tutto un castello di carte , veramente poco credibile , che ha solo la pretesa di sguazzare in un mare di buonismo oltremodo finto e forzato.

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Non ci sono regole in guerra / 28 Settembre 2018 in Il diritto di uccidere

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Perché quella nel film è una guerra, contro un regime assurdo quale può essere quello islamico di Al Shaabab.
Ma il dilemma subentra quando a pagare per un intervento missilistico chi può pagare con la vita è l’innocenza di una bambina.
Devo dire che il film è ben girato e molto bravi i protagonisti.
L’ho trovato un po’ troppo americano, troppo buonista loro mentre freddi e glaciali gli inglesi.
La solita noiosa storia che loro hanno un cuore mentre gli altri sono più bestiali.
Americani… Siete pallosi!!!!
Comunque la bambina molto bella con degli occhi parlanti!
Ad maiora!

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Molto interessante e ben fatto / 9 Giugno 2017 in Il diritto di uccidere

Un’operazione congiunta tra USA e Gran Bretagna in Kenya, contro dei terroristi islamici, si rivela essere densa di problemi, portandoci un particolarissimo thriller che mescola guerra, legalità e tecnologia. Abbiamo il Colonnello Powell (Helen Mirren) che comanda dall’Inghilterra l’operazione, in contatto con il Generale Benson (Alan Rickman) e gli USA, che dalle Hawaii coordinano l’attacco tramite drone. Ma ci sono dei problemi appunto: tra i terroristi, che sono sulla lista nera dei più ricercati, c’è una donna americana, e, da una operazione che doveva essere di semplice cattura, si passa ad un’offensiva vera e propria. Passato questo “scoglio”, per così dire, c’è il problema dei cosiddetti danni collaterali, e, ancora più grande, quando il Tenente Watts (Aaron Paul), l’americano che è incaricato di lanciare l’attacco, richiede di rivalutare la situazione vista la presenza di una bambina proprio nel raggio d’impatto del missile. Film teso e decisamente tragico, molto coinvolgente e che fa tanto riflettere, sulle responsabilità e le conseguenze dei conflitti. Una sola cosa è certa: a rimetterci, prima di tutti, sono sempre le persone innocenti. Davvero un film toccante, che tra l’altro rappresenta apparizione in un film del compianto Alan Rickman, che recita come sempre alla grande, così come il resto del cast.

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Sacrificare l’innocente / 5 Aprile 2017 in Il diritto di uccidere

Si può sacrificare un’innocente per salvarne cento? Dobbiamo seguire un’amara aritmetica o l’istinto morale più elementare? Il film di Gavin Hood non dà risposte, ma mantiene fino in fondo il dilemma, senza cedere alla tentazione comprensibile di regalarci un finale consolatorio. Qui è la sua forza; quasi ogni personaggio mantiene una certa dignità nell’esporre le proprie ragioni, anche se qualcuno fa cose reprensibili – non ci sono facili stereotipi o caricature esagerate. Ma il film non fa solo pensare: è anche uno spettacolo ben recitato e con una trama molto avvincente.
Ultima interpretazione di Alan Rickman (a parte il doppiaggio di un cartone animato).

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Da vedere… / 30 Agosto 2016 in Il diritto di uccidere

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Innanzitutto concordo con la traduzione pessima del titolo. Non capisco il perché di queste “licenze”.
Il film è sicuramente da vedere perché pone interrogativi a quali non c’è una risposta assoluta. La vita di una bambina innocente per salvare decine e decide di persone (tra cui bambini) giustifica l’attacco con i droni?
Il film mette in evidenza anche la grande differenza tra gli approcci inglese e americano nelle regole di ingaggio nella guerra con i droni.
Alla fine una vittoria davvero amare per tutti.

Una grandissima interpretazione di “Piton” Alan Rickman….e favolosa Helen Mirren.

“Mai dire ad un soldato quanto può essere disumana una guerra.”

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Danni collaterali / 30 Agosto 2016 in Il diritto di uccidere

Solita traduzione italiana del titolo totalmente fuori target, dove si perde la centralità di quello in lingua originale: Eye in the sky. Ed è proprio questo “occhio nel cielo” il pertugio tecnologico attraverso il quale sbirciamo, assieme a una task force anglo-americana, un remoto isolato del Corno d’Africa dove fervono i preparativi di un attentato kamikaze. Tristemente attuale, il film di Gavin Hood (regista del trascurabile Ender’s game) forse costituisce una sorta di sostegno psicologico alla psicosi da attentato, facendo bella mostra delle sofisticherie con cui si può scandagliare ogni cantuccio della terra e della determinazione delle forze armate occidentali nella lotta al terrorismo (ovviamente una illusione gigantesca, ma apprezziamo il tentativo). Molto interessante la questione dei “danni collaterali”, che abbiamo visto più volte affrontata negli ultimi cinefumetti americani (Civil War, Batman v Superman); il punto di vista inglese appare molto più tormentato, anzi per lo spettatore diventa quasi estenuante, anche perchè le ragioni del non intervento sono tutte prese più per mancanza di iniziativa che per sentimenti umani da personaggi tutt’altro che positivi. Davvero toccante la questione umana che costituisce il dilemma, ovvero la presenza nei pressi del covo degli attentatori di una bambina che vende il pane, che lo spettatore ha visto nelle sequenze precedenti studiare e giocare nel cortile di casa, nascosta agli occhi degli integralisti, creando così i presupposti di tenerezza e partecipazione alla imminente possibile tragedia. Bravissima Helen Mirren nei panni di un colonnello che senza gli stereotipi del caso riesce a essere cinicamente determinata, ottimi Aaron Paul e Phoebe Fox, gradito ritorno in scena del somalo Barkhad Abdi che apprezzai nel Captain Phillips di Greengrass. Dedica “In loving memory” al compianto Alan Rickman, qui nei panni di un generale alle prese con l’inettitudine della politica.

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