2 Settembre 2011
L’ho lasciato per ultimo della serie di film su Cronenberg che mi sono proposto di vedere e/o rivedere e, pur continuando a considerare “inseparabili” il mio preferito, penso che “eXistenZ” arrivi a chiudere il cerchio sul tema della trasformazione, precedentemente sviscerato da film come “la mosca” o “Crash”. Qui il tema su cui si innesta tutto sono i videogame e la loro realtà fittizia che diviene sempre più incombente e tende a confondersi con quella reale. ma in questo caso il controller è organico, è derivato dalla fusione tra un uovo d’anfibio e DNA sintetico: il controller è di carne e si inserisce nel sistema nervoso umano attraverso bioporte (l’uomo diventa un PC con entrata USB) e la mente umana diventa la batteria. Il viaggio a più livelli dei personaggi dentro il gioco si perde in una spirale di confusione, il giocatore è un artista alienato dalla realtà, confuso e spiazzato, vittima di una chirurgia che diventa una sorta di droga, un qualcosa di irrinunciabile. La critica ad una società virtuale è palese e giunge proprio mentre sul mercato esce un film analogo, “Matrix” in cui la realtà virtuale prende il controllo di quella fisica.
Una fotografia dai toni freddi, tecnologici che si sposa a pieno con il filo conduttore del film in cui il tema della mutazione e della sintesi tra uomo e macchina (se di macchina si può parlare, visto che il controller è organico) raggiunge il suo apice.
E’ un riassunto di più di vent’anni di cinema e la svolta nella cinematrografia di un grande regista.

E pensare che, appunto, è uscito lo stesso anno di Matrix. Onestamente, trovo che sia un film molto sottovalutato e che in pochi abbiano capito la critica di Cronenberg. Inoltre, se proprio vogliamo dirla in modo breve, tutti gli effetti speciali non potranno mai mettere Matrix sullo stesso piano di Existenz e la sua bellissima sceneggiatura.