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eXistenZ

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Attualità e profezie / 8 Luglio 2017 in eXistenZ

(Riflessioni sparse)

Un film senza tempo, nel senso che, a dispetto di un’estetica generale datata (mamma mia, le acconciature della Leigh!), affronta concetti, dilemmi e problematiche trasversali di costante attualità.

L’uso e l’abuso della tecnologia ben si esplica nella rappresentazione organica dei congegni tecnologici, nuova variante del tema del corpo in mutamento tanto cara a Cronenberg.
L’eterna connessione a una realtà virtuale di cui è impossibile stabilire limiti e parametri ha condotto all’elaborazione di marchingegni che ricordano deformi feti potenzialmente collegati costantemente ai loro fruitori/genitori/padroni, armi che nascono dall’assemblaggio di scarti di esseri viventi e che sparano denti o ponti ortodontici, elementi elettrici sostituiti da nervi, vasi sanguigni e frattaglie di creature mutanti anfibie.
Ho trovato che il fatto che esse costituiscano i pezzi di ricambio dei pod di cui si servono gli esseri umani sia particolarmente emblematico. Secondo le teorie evolutive, la vita sulla Terra è cominciata quando un anfibio è uscito dall’acqua: le creature mostruose ma inermi usate per i pod sono in costante cambiamento (vedi, la salamandra a due teste) e, da pezzi di ricambio, potrebbero arrivare a diventare la prossima forma di vita superiore, una minaccia e non più una risorsa per il genere umano.

I pod contengono giochi ambientati in una sofisticate e credibilissima realtà virtuale, ma sono pur sempre giochi. Allora, perché alcuni esseri umani li ritengono importanti al punto da annullare totalmente la propria vita, pur di immergersi al loro interno? Perché l’uomo sente la necessità di essere altro (un avatar con caratteristiche fisiche e caratteriali diverse) rispetto a sé stesso?
Estese al concetto di social network così come lo intendiamo da una decina di anni a questa parte e, quindi, all’epoca del film ancora sconosciuto, le suggestioni cronenberghiane suonano decisamente profetiche.

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2 Settembre 2011 in eXistenZ

L’ho lasciato per ultimo della serie di film su Cronenberg che mi sono proposto di vedere e/o rivedere e, pur continuando a considerare “inseparabili” il mio preferito, penso che “eXistenZ” arrivi a chiudere il cerchio sul tema della trasformazione, precedentemente sviscerato da film come “la mosca” o “Crash”. Qui il tema su cui si innesta tutto sono i videogame e la loro realtà fittizia che diviene sempre più incombente e tende a confondersi con quella reale. ma in questo caso il controller è organico, è derivato dalla fusione tra un uovo d’anfibio e DNA sintetico: il controller è di carne e si inserisce nel sistema nervoso umano attraverso bioporte (l’uomo diventa un PC con entrata USB) e la mente umana diventa la batteria. Il viaggio a più livelli dei personaggi dentro il gioco si perde in una spirale di confusione, il giocatore è un artista alienato dalla realtà, confuso e spiazzato, vittima di una chirurgia che diventa una sorta di droga, un qualcosa di irrinunciabile. La critica ad una società virtuale è palese e giunge proprio mentre sul mercato esce un film analogo, “Matrix” in cui la realtà virtuale prende il controllo di quella fisica.
Una fotografia dai toni freddi, tecnologici che si sposa a pieno con il filo conduttore del film in cui il tema della mutazione e della sintesi tra uomo e macchina (se di macchina si può parlare, visto che il controller è organico) raggiunge il suo apice.
E’ un riassunto di più di vent’anni di cinema e la svolta nella cinematrografia di un grande regista.

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