28 Maggio 2014

Un buffone di corte medioevale, che non fa ridere nessuno, ci prova con la regina salvo trovarsi a lottare impacciato con la sua cintura di castità…
Un pastore armeno si reca in America per farsi curare dalla sua perversione sessuale nei confronti delle pecore, passione che contagerà però lo stesso medico…
Due novelli sposi italiani che non riescono a trovare la complicità sessuale se non consumando rapporti in luoghi pubblici…
Un insospettabile padre di famiglia con il vizio del travestitismo…
Un quiz tv in cui si scandagliano le perversioni sessuali degli spettatori medi…
Un sessuologo pazzo con le sue astruse teorie…
Un rendez-vous (sessualmente) a lieto fine visto dalla sala di controllo (il cervello di lui) dove operano tanti piccoli uomini-neuroni…

Come in molte delle opere di Woody Allen, le idee originali (e surreali) non mancano di certo e in questo film costituiscono probabilmente il pregio maggiore: gli omini-spermatozoi pronti alla fecondazione (o all’ennesimo fiasco), la tetta gigante che vaga per le campagne e che viene infine catturata grazie ad un enorme reggiseno…
Non si ride moltissimo in questo film: in poche occasioni, per il vero, ma tutte memorabili.
Gli episodi, francamente, non sono entusiasmanti, a parte l’ultimo, che è geniale in tutti gli aspetti (il cervello in stile sala di controllo di una missione spaziale, gli omini-spermatozoi che si paracadutano al momento del coito). In ogni caso è comunque una pellicola in pieno stile Woody Allen, anche se mai come in questo film l’idea umoristica supera la sua attuazione concreta, con risultati che possono piacere o non piacere. In altre parole: ottime idee sulla carta, messe in atto in modo non del tutto soddisfacente (forse perché più adatte, per l’appunto, al testo scritto che all’opera cinematografica).
Nell’episodio “italiano” Woody omaggia in modo piuttosto evidente, parodiandolo, il cinema di Fellini, Antonioni e Monicelli.
Non manca la solita frecciatina verso l’ebraismo, piuttosto pesante per il vero, nell’episodio del quiz tv (un rabbino che racconta in tv le sue perversioni sessuali mentre la moglie mangia carne di maiale seduta ai suoi piedi).
Di certo non rientra tra i migliori film del regista newyorkese, ma regala, come tante delle sue pellicole “minori” degli esordi (ad esempio come in Bananas, a cui assomiglia molto per lo stile), diverse situazioni difficili da dimenticare.

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