Everything Sucks!

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serie tvEverything Sucks!

Boring, Oregon, 1996. La storia si svolge intorno al club di arte drammatica del liceo della cittadina, dove due gruppi di ragazzi uniscono le proprie forze per realizzare un film e superare i problemi della vita scolastica.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Everything Sucks!
STAGIONI/EPISODI: 1 Stagioni , 10 episodi, conclusa
Durata episodi: 22 min.
Attori principali: Peyton Kennedy, Jahi Di'Allo Winston, Quinn Liebling, Rio Mangini, Sydney Sweeney, Elijah Stevenson, Patch Darragh, Claudine Mboligikpelani Nako
Creata da: Ben York Jones, Michael Mohan
Colonna sonora: Hrishikesh Hirway
Fotografia: Elisha Christian
Costumi: Alexandra Welker, Marjorie Raser Sortman
Produttore: Ben York Jones, Michael Mohan, Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner, Scott Rosenberg
Produzione: Usa
Genere: Comedy
Network: Netflix

Dove vedere in streaming Everything Sucks!

stupenda! / 20 Marzo 2018 in Everything Sucks!

la serie tv migliore del 2018 !

Scontato / 19 Febbraio 2018 in Everything Sucks!

Prima stagione
Dopo Stranger Things e soci, il revival dedicato alla Generazione X tenta di arricchirsi di un nuovo filone televisivo made in Netflix, quello che ruota intorno agli anni Novanta.
La serie tv Everything Sucks! è ambientata nel 1996, in una cittadina di provincia dell’Oregon, Boring (nomen omen).
Quindi, un contesto fuori dagli 80’s, ma non ancora immerso nella nuova dimensione ultra-tecnologica e iperconnessa che avrebbe debuttato nel decennio successivo.
I protagonisti sono alcuni studenti del locale liceo (Beverly Hills 90210 è uno fra i mille esempi di riferimento dell’epoca). I topoi sono quelli tradizionali: freaks and geeks (cit.) la fanno da padrone.
Vengono tirati in ballo questioni non banali, come la scoperta della sessualità, l’accettazione di sé, la dislessia o -più in generale- i disturbi dell’apprendimento, le aspirazioni personali e, per estensione, artistiche.

A fronte di succulenti premesse e tante strizzatine d’occhio ai tormentoni e alle subculture del tempo, però, la serie non decolla.
Le situazioni mi sono sembrate abbastanza scontate e i personaggi un po’ noiosi (a dispetto delle varie “rivelazioni” sul loro conto).
Gli anni Novanta sono stati una bomba musicale, eppure la colonna sonora è praticamente incolore (mamma mia, quegli Ace of Base ripetuti ad libitum…).
Le parti che ho apprezzato di più riguardano la creatività dei protagonisti e, quindi, mi sono piaciute le sezioni dedicate alla preparazione del film, ai tentativi di superare intoppi tecnici e tecnologici (ricordandomi Be Kind Rewind di Gondry e, soprattutto, nella realizzazione del videoclip artigianale, il più recente Sing Street di John Carney).

Per me, storia e produzione potrebbero fermarsi qui.

Voto prima stagione: 5

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