Recensione su Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo

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Il vuoto dell’incomprensione. / 26 Settembre 2013 in Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo

Dimenticatevi dei combattimenti mozzafiato e dell’introspezione psicologica assaporati nell’anime e nei primi due episodi di Rebuild of Evangelion, perché altrimenti finirete con l’odiare questo terzo e penultimo capitolo dell’enorme progetto di Hideaki Anno, padre della saga Robotica del Millennio, che si concluderà prossimamente con l’uscita del quarto film.

Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo si discosta notevolmente dai suoi predecessori, risultando poco più di un film lento, piatto, inconcludente, pieno zeppo di termini incomprensibili, fatti inspiegabili e contenuti sin troppo inediti, che sviano completamente dall’ottimo filone principale dell’anime, prendendo tutta un’altra piega. Negativamente parlando, s’intende.

Ma almeno i personaggi sono sempre gli stessi.
Non che qualcuno in due ore faccia qualcosa di utile o rilevante… L’unica che era in vena di spaccare la faccia a Shinji è stata intralciata da uno stupido vetro (dispiace anche a me Asuka).
Tutti sono all’incirca come ce li ricordavamo, ma essendo invecchiati di un decennio e mezzo, risultano leggermente diversi nell’aspetto fisico.
Misato, ad esempio, è ancora più figa di prima, peccato le abbiano cambiato la doppiatrice a cui eravamo abituati.
Ah, sì, si sono inoltre registrate delle new entry, ma nulla di rilevante ai fini della narrazione.

Ma torniamo alla sceneggiatura.
Dire che Evangelion 3.0 sia inseguibile, sarebbe riduttivo. A parte il continuo rimando omosessuale fra Shinji (che qui è più inutile che mai) e Kaworu, ridicolo e patetico a lungo andare (vogliamo parlare della scena dei cavalli/unicorni, partita mentre suonano il piano insieme?), in questo terzo episodio non si capisce veramente un ca**o.

Già che dobbiamo sopportare un buco di 14 anni di cui non ci spiegano niente ma dove (palesemente) sembrerebbe successo di tutto, ci imbottiscono continuamente il cervello con termini indecifrabili e ci presentano questa nuova organizzazione, ‘sta fantomatica “Wille” composta da praticamente tutto il plotone che formava la Nerv, ma che ora è diventata sua acerrima rivale.
Il perché di tutto questo? BOH! Al massimo possiamo buttar giù due ipotesi a riguardo.

Chissà se un giorno al Signor Anno verrà in mente di essere un po’ più chiaro e di spiegare anche a noi comuni mortali, fan senza troppe pretese, cosa ca**o gli passa per quella testa malata.

Sappiate solo che l’amarezza fluttua tutt’ora nel mio cuore, che ieri è morto per sempre.
La delusione cinematografica dell’anno… è fra noi gente.

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