Recensione su EVA

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EVA: sci-fi spagnolo. / 10 Dicembre 2014 in EVA

(Sei stelline e mezza)

Il plot è abbastanza noto, avanza con uno sviluppo prevedibile e diversi passaggi sono risolti con faciloneria o perfino soprasseduti, però il film scorre con placida precisione.
La durata della pellicola è contenuta, ma consente allo script di svilupparsi ed evolversi sufficientemente bene: certo, se il conflitto finale sulla natura della protagonista avesse avuto basi più solide ed un crescendo più articolato, l’insieme avrebbe avuto maggior senso di completezza.

Forse sbaglio a stupirmi, ma quel che risulta estremamente gradevole guardando EVA è pensare che si tratta di un film europeo, nello specifico spagnolo.
Ho provato ad immaginare qualcosa del genere in Italia e non ci sono riuscita. Neppure i Manetti Bros. sono stati capaci di affrontare il genere fantascientifico (vedi L’arrivo di Wang) senza scadere, a conti fatti, nel ridicolo.

Benché gli effetti visivi siano buoni (il gatto Grigio è un po’ affettato nelle movenze, ma non è malvagio), delude l’estetica futuribile dei congegni elettronici (compaiono computer dall’aspetto obsoleto e, poi, aggeggi dal design “spaziale”, senza senso di continuità stilistica, né cifra identitaria) e quella della “ram” degli androidi, invero (scusate) goffa.

Sufficiente la prova del cast: Brühl fa il suo dovere, senza infamia né particolare lode, la Etura (vista in Cella 211 e Bed Time) idem, Lluís Homar (Gli abbracci spezzati) è un androide simpatico ma un po’ incolore (Fassbender, invecchiando, potrebbe somigliargli molto!).
La piccola Claudia Vega è convincente solo a tratti (di sicuro, non quando si stupisce).

Comunque, da vedere.

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