Recensione su Eraserhead - La mente che cancella

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Il primo Lynch / 10 Ottobre 2017 in Eraserhead - La mente che cancella

Scrivere una recensione di un film di David Lynch è complicato, recensire la sua opera prima è ancor più difficile: il rischio è di essere più o meno consapevolmente condizionati dalla grandezza del regista e da tutto ciò che è successivo al film (ri-vedere la stessa pavimentazione geometrica dell’Overlook Hotel di Kubrick la dice lunga sull’influenza di questo film su altre figure geniali del cinema).
La sfida è quella di considerare Eraserhead solo per quello che è: un’opera prima del 1977 che a causa della sua natura onirica ed innovativa per l’epoca, ha avuto una gestazione piuttosto lunga.
Nonostante il film sia un lungo e disordinato incubo riesce perfettamente a comunicare un’affermazione tematica privata e molto forte su un argomento universale come la paternità e la famiglia. La visione del film è un’esperienza angosciante che in qualche modo ci avvicina all’ansia vissuta dal protagonista. Tuttavia l’espediente narrativo di venir fuori da situazioni assurde con altre situazioni ancora più assurde è alla lunga una zavorra narrativa che impedisce al film di spiccare il volo.
In questa opera prima si trovano tutti gli elementi tipici di Lynch, dal linguaggio grottesco, all’attenzione per i suoni e la musica, alle coreografie ipnotizzanti ecc ecc. tanto da sembrare una sorta di lungo pilot delle sue opere cinematografiche e televisive….ma ecco che si ricade nella trappola di vedere il film con occhi che provengono dal futuro..

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