21 Agosto 2014 in Enter the Void
C’è questo pusher con la faccia proprio da pischello ultras di film inglese sul calcio, che invece spacciando fa lo spaccioso a Tokio centro by night. Tokio centro è tutto un colore e una luce, persino i titoli di testa lo sono, illeggibili. Linda, la sua sorellina gnocca, e un paio di altri personaggi, a lui gravitano intorno. Viene ucciso dalla polizia in un cesso. L’anima si stacca .- sì, non significa un ca**o – e si avventura su due direttrici, quella dei ricordi a flashback e la morte violenta dei genitori e strabla da un lato, quello che succede dopo la morte di lui. Oscar si fa di droghe o sigle di cui non ricordo le lettere (mah boh, tanto è uguale) = immagini stroboscopiche di ectoplasmi vegetali; lui che ha l’aria tanto simpatica e cheta, epperò fa drogare tutti quelli che conosce come delle me**e come delle me**e. Finché è vivo la telecamera e la visuale sono da dietro le spalle sue, altrimenti a volo d’uccello, sulle cose le case e le persone, sempre più misere. Ogni tanto sembra di stare nel tubo digerente di una anaconda mentre fa le lastre, diciamo. E colpi bassi a pioggia, beccati sto primo piano di un feto abortito, ripartiamo a volo e insomma, ogni volta che vede un buco la telecamera ci si fionda (ma no, non delle vagine -.-), gran finale con (n minuti di) scene di sesso con flussi di luce che escono dai genitali, questo sì che è fare scintille, e ogni tanto passa uno sfondo del primo livello di Q-bert, immaginifico, tutto per portare ad un primo piano di una cappella vista da dentro una vagina et susseguente genesi e bla; probabilmentassai era meglio al cinema, la storia ha il vigore di una cannuccia (masticata anche un po’) e nel complesso è come i titoli di testa: colorato e illeggibile, considerate le ambizioni bucato nell’acqua. UN BUCO! FIONDIAMOCI!