Recensione su Enemy

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L’inautenticità è nel film / 4 Giugno 2018 in Enemy

Enemy sembra per un po’ un film sull’angoscia metafisica del doppio, o forse una riflessione metaforica sull’inautenticità della vita; ma l’accumularsi di scelte narrative del tutto gratuite, fino al culmine di un finale privo di senso, rivela qualcosa di diverso: questo è un film costruito appositamente per disorientare, un meccanismo di consumo culturale in grado di suscitare interpretazioni infinite, visto che è privo in partenza e programmaticamente di qualsiasi significato. L’inautenticità è nel film, non in quello che rappresenta.

3 commenti

  1. Stefania / 5 Giugno 2018

    Uhm, però il finale, per quanto allegorico, un senso ce l’ha e, benché (e qui credo che concordiamo) il risultato sia incerto, non mi pare che il film sia privo in partenza di significato.
    Qui, si è provato a ragionarvisi un po’ sopra: https://www.nientepopcorn.it/notizie/nel-labirinto-della-mente/enemy-esplorazione-dell-intimita-maschile-56954/

    • Achero / 5 Giugno 2018

      Non sono del tutto convinto. Lo stesso articolo che hai linkato propone alla fine «un’altra chiave di lettura del finale», opposta rispetto alla prima. E l’interpretazione complessiva avrebbe senso se fin dall’inizio fosse stato il mite Adam a essere sposato con la dispotica Helen, e il suo doppio ribelle a essere l’amante di Mary.
      Forse ho esagerato quando ho scritto che il film non ha alcun significato; ma continuo a pensare che il caos che mostra sia essenzialmente un disordine che ammicca allo spettatore facendogli credere di poter essere decifrato.

      • Stefania / 5 Giugno 2018

        Ci sono tante interpretazioni del finale (ricordo che in Rete, quando vidi il film, ne lessi varie, anche se, sostanzialmente, si parla perlopiù del senso di oppressione provato dal protagonista nei confronti della vita coniugale e della paternità): ovviamente, l’articolo ne propone solo una, trovando un senso specifico alla speculazione (che è già molto, rispetto a nessuno 😀 ). Comunque, concordo abbastanza su quanto dici adesso, a proposito del caos e della sua decifrazione.

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