Incontri ravvicinati di un qualche tipo / 14 Settembre 2021 in Encounter

Riz Ahmed e Amazon tornano a collaborare dopo il successo di “Sound of Metal”, che li portò agli Oscar con sei nomination e due vittorie, ma con ambizioni ben più contenute e senza l’autenticità dell’esordio di Darius Marder.

In “Encounters”, purtroppo, si tirano i remi in barca e si ripiega sul genere del thriller psicologico, mostrando però troppe derivazioni e ispirazioni. Difficile che possa distinguersi in una selezione di film da festival come quello di Toronto.

Nonostante il basso profilo, il film si impegna parecchio sul fronte estetico, impiegando un ottimo casting e creando un’atmosfera post-apocalittica anche negli ambienti dove non dovrebbe esserci.

La storia è quella di un veterano di guerra finito in carcere per aver aggredito un suo superiore. Uscito con permesso, torna dalla ex-moglie per rapire i figli e scappare da un’invasione di microscopici parassiti alieni. Lo svolgimento è quasi quello di un tenero road movie padre-figlio, almeno finché il padre (Riz Ahmed) cerca di tenere nascosta l’emergenza ai figli. Quando la bugia bianca crolla, il film diventa un inseguimento poliziesco, fino alla struggente rivelazione finale.
(Urca, che slalom fra gli spoiler…)

Come dicevo, il casting è azzecca la scelta delle sue due star (Riz Ahmed e Octavia Spencer, poche ma buone), una manciata di personaggi di contorno riconoscibili, e soprattutto i due bambini (Lucian-River Mirage Chauhan e Aditya Geddada), disciplinati ma espressivi e dinamici. Questa miscela sapiente garantisce il coinvolgimento emotivo, per una storia altrimenti ripetitiva e indecisa sul suo genere di riferimento.

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