Recensione su Royal Affair

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23 Dicembre 2013

La cinematografia danese ha prodotto tanti film di grande interesse ma questo è il primo che ha un’ambientazione storica. Ammetto che affidare la parte del medico a Mikkelsen è stato determinante per scegliere di vederlo ma la nomnation all’oscar come miglior film straniero l’anno scorso non è stata casuale. Sebbene la storia oscilli tra Le relazioni pericolose, l’età dell’innocenza ed Elizabeth, mantiene una sua precisa identità e confina la relazione fedifraga della regina e del medico sullo sfondo di un ideale più grande, che è la svolta illuminista in una corte bigotta e corrotta.
Lo scontro tra apertura mentale e ottusità politica prende corpo nel personaggio di Mads Mikkelsen (non a casi un medico) che sente di aver la possibilità di fare qualcosa per il proprio paese e nel contempo lo mette al centro di un menage a trois arturiano, dandogli le fattezze di un nuovo Lancillotto. Purtroppo Christian non ha il fascino di re Artù ma la storia è solida e si incastra bene con le sagaci finalità dello sceneggiatore.
Ottima la fotografia e bella anche la scenografia.

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