Recensione su Royal Affair

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23 Settembre 2013

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Storia vera e da testi scolastici. In pieno ‘700 (come se ci potesse essere un vuoto ‘700, bah) si segue Carolina di Inghilterra, principesse 15enne e ‘bastanza gnocca, che va in Danimarca a sposare il re Christian VII. Che non aveva visto mai e, cosa forse più grave, è fuori come un poggiolo. Questo giovane re, paramecio sessuomane e schizzato ma non malvagio, viene teleguidato dalla corte a fare quello che vogliono loro, i poteri stabiliti. Con Carolina ci fa un figlio e basta, si scopa chiunque altro ma lei no. Al re viene aggregato un medico di campagna tedesco, tale Struensee. Struensee, per gli amici Giovannino, anche se dire Giovannino a Mads Mikkelsen fa un po’ impressione, dapprima diventa anche l’unico amico del re. E poi della regina, e se la bomba che è un piacere. Ma lui, e Carolina anche, sono anche colti e illuministi, e tengono Rousseau e Voltaire nascosti dietro i libri che si possono vedere. Insieme convincono Chri a sbarazzarsi della sua corte, e ad approvare mazzi di riforme per quell’epoca incredibili, tipo abolizioni di tortura, censura e privilegi nobiliari. Gli scrive pure Voltaire per dirgli “Bravo, Giovanni!” (<– no, non credo si colga la pessima cit., comunque scrive al re, l’altro decideva tutto ma in veste ufficiosa). Figurati i nobili come se la prendono (che i nobili, si sa, son permalosi). Dapprima intu culu, come direbbe il poeta, poi reagiscono, complottano, e dai e dai che fanno un colpo di stato, kind of, e Struensee finisce squartato e spezzatino.
Te l’ho detto, permalosi.
Mads è un po’ l’attore danish che rulez, con quella faccia tagliata, tra l’altro io ancora mi aspetto che tutti lo sputino e odino come il pedofilo che non era in Il sospetto. Qui fissa intensamente tutti, li avvolge e porta dalla sua, e decide di manipolare a sua volta il re, cui peraltro teneva davvero, in nome del popolo e degli ideali illumnisti studiati all’università. Accanto scorre, tra anse e nascondimenti, il plot amoroso di questa vicenda che, per contesto e protagonisti, è abbastanza incredibile da essere vera. Anche l’illuminismo portato in Daniamarca non è male, i costumi sono rigorosi e i nobili antipatici. L’unica cosa un poco inverosimile, per come è mostrata, è quanto siano polli Caro e Giova a non accorgersi degli intrighi e giochi di potere interni alla corte, che ribolle di rabbia e complotta, e loro incassano solo.
La seconda figlia che ebbe Carolina era verosimilmente figlia di Struensee e non del re. Il primogenito, riprendendo gli ideali della madre, a 16 anni riprenderà il potere, estromettendo nuovamente la nobiltà che aveva rovesciato Struensee, e darà avvio a una stagione di riforme per quel tempo inimmaginabili tanto progredite erano.

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