ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Ci sono da un lato Angelique, che frequenta un gruppo di emotivi anonimi dove ognuno racconta i fatti suoi. E Jean-René, che fa lo stesso con uno shrink che gli assegna compiti da svolgere. La prima viene assunta nella fabbrica di cioccolato in disgrazia (non il cioccolato, la fabbrica, è disgraziata) del secondo. Elle, è una maestra cioccolatiera del porco cribbio!, solo che non lo dice a nessuno perché è timida. Prevedibile svolgimento.
L’idolo delle sparute folle belghe, Benoit Poelvoorde, cioè Jean-René, che sta metamorfosandosi sempre più in Alvaro Vitali (che culo), e un’altra caratterista, che non so chi sia ma vraisemblablement in Francia è abbastanza nota, reggono tutto il film, a botte di primi piani con i loro sguardi intensamente spersi. Perché per entrambi la minaccia viene dall’interno, dalle paure e timidezze e idiosincrasie oltre il limite dell’asocialità che impediscono loro di sentirsi normali. Loro e le loro strategie per salvarsi, mentre solo potranno salvarsi l’un l’altro. E poi è un film così intrinsecamente belga, i belgi depressi e timidi e impacciati, come a dire il ritratto di una nazione che fa il cioccolato – potevano fare lo stesso film su una fabbrica di patatine fritte, ma ancora subiamo le conseguenze dei danni causati da Chocolat. Almeno quella era figa. Hélas, la sceneggiatura smaccatamente è farlocca, tutto il rapporto di lui con lo psicologo non ha un senso, con strizzate d’occhio al favolistico e/o magico ameliemarypoppinsesco.
Poi lo guardavo e ca**o, cercavo qualcosa di non prevedibile. E un modo per scrivere la frase precedente senza apparire insopportabilmente snob. Ma non l’ho trovato 🙁 Tipo: loro due per lavoro vanno in albergo. Hanno prenotato. Guarda caso, gli daranno una camera matrimoniale o due singole come avevano chiesto? Però: a me basta che ci sia tra i coproduttori la RTBF (leggasi er-te-be-ef) e son contento. Se non lo sai (e ne avresti ben donde), la RTBF è la RAI belga. Incontournable (la quale è una parola splendida).
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