Recensione su Elizabethtown

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Rendere curiosamente bella la vita / 8 Febbraio 2012 in Elizabethtown

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

citando Steve Jobs: “Siate affamati, siate folli” poi capirete perchè…

(ovviamente se non avete visto il film non leggete quanto scritto sotto, vi toglierebbe molto del gusto, guardatelo e poi tornate a rileggere se vi va…)

Se un film è un pezzo di vita, un racconto di vita, un frammento di vita, un immagine, un sogno,
un ambizione, un desiderio la visione di questo film ne racchiude senza troppi virtuosismi tecnici
ma con assoluta semplicità la magia, il segreto della la magia della vita stessa.
Forse per qualcuno potrebbe essere retorica, per me non lo è.
Vi siete mai chiesti perchè esistano persone che riescono a condurre una vita definibile “nell’ombra”
e a ritenersi veramente felici con quello che noi definiamo poco e come mai non esistano persone
che pur vivendo nella richezza e nel potere riescano a non esser felici della stessa felicità
e non abbiano mai il tempo di usufruire di ciò che hanno?? questo ovviamente se si osserva un pò in profondità.

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Che cos’è che rende grande o magica una vita? Secondo me la qualità (e probabilmente anche la quantità) di emozioni che si provano
nel percorso. Poi, ovviamente, ogni persona ha i suoi parametri di qualità.

ElizabethTown ha racchiuso in se e mosso nella mia mente un sacco di cose, ha aperto riflessioni su un sacco di argomenti,
ma la cosa che citerei sopra a tutte è che nell’immedesimarmi nel racconto e nei pensieri che ne scaturivano mi ha donato quella sensazione
che io definisco sempre magica di senso della vita.
Il fatto è che persone e vite così esistono, sono possibili per quanto molti aspetti tentino di convincerci o noi stessi ci autoconvinciamo
che siano solo “favolette”. A statistica può anche esser così ma questo avviene, a mio avviso, soltanto perchè convincendosi che quella sia
la realtà ci si impedisce da soli ti vedere oltre le mura di questa realtà.

La stessa definizione del termine follia, per come la vedo io, non fa altro che confermare questa tesi:

“La follia viene identificata come una mancanza di adattamento che il malato mostra nei confronti dell’ambiente”

Mancanza di adattamento?? adattamento è una parola orribile…per l’applicazione che ne abbiamo fatto nella storia. Malato?? siamo sicuri che
si tratti di malattia? non è che viene considerata tale una diversità pronunciata che esce da schemi e regole? proseguiamo con la definizione

“La follia può manifestarsi come violazione delle norme sociali, compresa la possibilità di diventare un pericolo per se stessi e gli altri,
anche se non tutti gli atti sono considerati follia ”

Se non è pericoloso allora non è follia? e che cos’è pericoloso? qual’è il confine?? immagino che sia considerato fuori confine tutto ciò che
lascia segni fisici…però non credo sia una cosa molto corretta.

Quindi, tornando un pò alle sensazioni del film, considerare la storia una follia, o fantasia, è un pò come togliersi da soli la possibilità
di vivere anche solo piccola parte delle emozioni che vedendo il film si possono provare. E’ una reazione umana, per carità, ma questo non ne
giustifica affatto l’attuazione.
Il film è una commedia che scorre rapida, leggera e veloce ma in realtà per come l’ho visto io è tutto ciò che cerco dalla vita, forse non è
giusto dire il senso della vita, ma ciò che alla vita da un senso, ciò che la differenzia da altre, ciò che la rende unica a suo modo
ciò che la rende come qualcosa per cui andar fieri, ciò che un domani ti potrebbe far dire, non ho buttato via il mio tempo.

Veniamo ora, probabilmente, finalmente agli argomenti del film.

Il film inizia con Drew che racconta il suo fallimento sul lavoro, il suo fallimento nel suo lavoro, quindi argomento successo e lavoro.
Credo che “il lavoro nobilita l’uomo” nella maniera in cui contribuisce ad aumentarne la conoscienza, permette di metterci del proprio per creare
o migliorare oppure fa si che lo stesso dia un risultato che porti al reale miglioramento delle condizioni di vita di qualcuno.
Il lavoro come strumento per realizzare qualche forma di concretezza non il lavoro come unica possibilità di sopravvivenza o di indicatore del
tenore di vita. Credo che l’esempio della fama, sembra a livello almeno nazionale, seguita dalla produzione di un modello di scarpa di ginnastica
sia in qualche senso un allegoria. Forse molto spesso ci prendiamo troppo sul serio e attribuiamo importanza sottoforma di indispensabiità a cose
che in realtà di fondamentale hanno molto poco.
Credo che la scelta della scarpa voglia solleticare quelle menti che vivono il lavoro e di conseguenza il successo e la retribuzione come
massima forma indicativa del valore della persona, del prodotto e di conseguenza della vita… può la sbagliata progettazione di una scarpa restituire
tutto questo fallimento e gravare sull’economia di un azienda in questo modo? ovviamente no, ma, quali sono le cose che realmente possono
nutrire questi effetti sull’opinione pubblica?? un modello di Iphone? una borsa di Luis Vuitton, un televisore sony, un modello di mercedes??
Quali sono i reali confini del fallimento di un prodotto? di un uomo che lega la sua immagine a quel prodotto? Credo che in realtà nessuno possa
rischiare così grosso, allo stesso tempo credo però che molte persone si sentano di poter rischiare cosi grosso oppure sentano il peso di una
possibilità simile. Questo tipo di approccio mentale al lavoro ci porta inevitabilmente a perdere i reali confini con la qualità della nostra vita
con le persone, le situazioni e gli eventi che ne determinano proprio quella qualità che tendiamo ad esigere senza impegnarci per raggiungere.
Quando leggo tra le varie recensioni “road movie originale e divertente” nella mia mente si scatena una domanda:
“sono pazzo io o qualcuno non ha capito nulla del film?” credo siano abbastanza vere entrambe le possibilità di
risposta, di certo appena mio figlio inizierà il periodo di fiabe, racconti e cartoni animati con morale, tra
pinocchio, biancaneve e moby dick non gli farò mancare nemmeno questo film che forse di cose da insegnare
ne ha non solo per chi si aspetta un “road movie originale e divertente”

“Siate affamati siate folli” perchè solo un certo tipo di follia permette di vivere un certo tipo di emozioni,
e solo un certo tipo di emozioni permettono di dire che la vita è un meraviglioso percorso da disegnare su un foglio bianco.

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