31 Gennaio 2013 in Electrick Children

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

É questo un film di quelli piccoli e ignoti. In una remota comunità mormone del nonricordondocazzostan, comunque in mezzo a campi e monti statunitensi, ci sta questa picciotta adolescente che si chiama Rachel ed è very bionda. Ha mille fratelli e sorelle, e son di quelli matti che non usano elettricità né alcuna altra forma di modernità, giusto la macchina. Una notte scopre un mangiacassette, e una cassetta, e l’ascolta. Ecco, da lì in poi è incinta, e lei è convinta che sia tipo l’immacolata concezione ad opera del cantante della cassetta. Wtf??!!! ed è questa la stessa cosa che si chiedono i piissimi genitori, wtf??!! Decidono che è stato il fratello, e che va cacciato, e che lei va fatta sposare a uno di tipo 40 anni. Ovviamente, piuttosto che, lei se la svigna, col fratello nel cassone del pick up. Superano le montagne, ostacolo fisico e spirituale, e arrivano nientepopodimeno che a Las Vegas. A LV finiscono in una inconcepibile casa comune, dove un sacco di ragazzetti skater e capelloni e musicisti e un altrettanto capiente sacco di ragazzette vestite da puttanelle se la scialano tra canne, concerti e alcol. Figata! Lei continua a cercare il suo spirito santo/rock, fa amicizia con uno skater che si innamora, trova invece il suo vero padre. Tutti insieme, torneranno al punto di partenza, ci penseranno su, scapperanno di nuovo.
Il buffo è che la vita di questi bimbi sperduti ed elettrici, simbolo di un malessere presente nel modello americano e abbandonati dai genitori riccastri nei meandri della città delle luci per eccellenza, è più difficilmente credibile di quella dei mormoni fuori di melone, che vivono spingendo un aratro etc. Rachel continua la sua recherche, cocciuta e bionda, in questo viaggio di crescita condito di elementi soprannaturali, grazie al quale alla fine potrà compiere la sua scelta di esistenza. Resta il fatto che la storia della concezione te la lasciano lì in sospeso, cu’minchia fu? per cui quando senti un disco che ti piace occhio. Nulla di veramente convincente, ma svariate piccole cose.

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