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La spina del diavolo

/ 20016.591 voti

25 Febbraio 2012 in La spina del diavolo

non molto interessante
sembra che il collegio nasconda un fantasma ma sembra che questa cosa non interessi al regista che vuole “solo” fare un classico dramma ambientato durante la guerra civile

15 Gennaio 2012 in La spina del diavolo

Mi permetto di assegnare un voto bruttissimo a questo film, pur non avendone terminato la visione, perché la prima mezz’ora di visione mi è bastata.
Probabilmente, sbaglierò, ma… come si dice? Non sono i primi venti minuti quelli che “spiegano” un film? Un film di genere come questo, poi…
Ricostruzione d’ambiente scialba, tanto simile a quella di una qualsiasi fiction da fare quasi tenerezza, interpretazioni piatte, sviluppi improbabili, paura zero.
Ripeto, forse ho sbagliato a condannarlo dopo relativamente poco tempo, ma mi ha fatto venire voglia di vedere ben altro.

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atmosfere bunuelinae / 4 Marzo 2011 in La spina del diavolo

E’ un gioiellino. Claustrofobico, meravigliosamente forografato (le luci smaccate e le ombre fanno quasi pittura metafisica) e ottimamente recitato.
Del Toro isola i suoi protagonisti all’interno di un collegio posto nel nulla assolato della Spagna nel pieno della guerra civile. Sono adulti in fuga dalla violenza della guerra e bambini figli di repubblicani. Ma i muri del collegio nulla possono contro gli odii, le paure, le menzogne e la violenza che cova all’interno ed esplode proprio nel luogo scelto per sfuggire all’irrazionalità della guerra vissuta, mentre i fantasmi del franchismo e il cattolicesimo premono alle porte. E se i meccanismi narrativi del mondo dei ragazzi si sviluppano su prove di omertà di gruppo, prove di coraggio, amicizia, incontro con l’irrazionale che germina dall’acqua, un fantasma vero che aleggia per i corridoi, il mondo degli adulti si snoda fra tradimenti e bramosia dell’oro, fra impotenza intellettuale e virilità della violenza bruta, fra insegnamenti al razionale e l’assedio della superstizione e del senso atavico dell’onore.
Del Toro ci restituisce un’ambientazione malata e sconfitta, un fortino assediato delle buone intenzioni fallite, non per nulla guidato da due intellettuali repubblicani, dove sono i bambini che credono ancora che gli oggetti siano vivi (bella l’idea della bomba inesplosa piantata in mezzo al cortile che ticchetta), che il mondo si animi e che i sentimenti siano puri, che si ribellano e sopravvivono in un gruppo coeso riuscendo a scappare dal mondo desertificato del collegio per andare incontro alla luce abbagliante della nuova spagna.
Ottima la Peredes sensuale in versione Bunueliana, buona davvero la regia che esplora i corridoi e le stanze del collegio, molto evocativo l’inizio con la vasca d’acqua che da sepoltura si fa liquido amniotico.

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